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Il trasporto pubblico a Milano potrebbe essere tutta un’altra cosa…

Il trasporto pubblico di superficie potrebbe essere molto più efficiente di come lo conosciamo qui a Milano, e per farlo basterebbero pochi provvedimenti economici e di rapida attuazione.

Non ci sarebbe niente da inventare, basterebbe copiare cosa fanno nel resto del mondo.

1- CORSIE PROTETTE

che proteggano fisicamente la marcia del tram dal traffico e ostacoli di vario genere (posteggi in doppia fila, etc)

2 - SEMAFORI ASSERVITI

che danno il verde al sopraggiungere del tram (facendo risparmiare anche il 50% di tempo di percorrenza), che nei tragitti brevi o medi può così diventare competitivo anche rispetto al metrò

3 - ABOLIZIONE dell'assurdo DISTANZIAMENTO di 30 metri fra tram alla fermata, norma che esiste solo a Milano e che porta a rallentare gravemente e in modo del tutto ingiustificato il nostro viaggio.

A Milano la velocità commerciale dei tram è mediamente di circa 10km all’ora mentre, per esempio, in Francia o in Germania spesso raggiunge i 20-22 km/ora. 


Considerando che la velocità commerciale del metrò è di 30km/ora risulta chiaro che migliorando l’efficienza della fitta rete di trasporto pubblico di superficie si cambierebbe faccia alla mobilità in città, rendendo la possibilità di spostarsi in modo veloce e puntuale una realtà invece che una, spesso, vana speranza, ottenendo inoltre un grosso risparmio economico e degli enormi vantaggi ambientali per tutta la collettività.

Questi provvedimenti che chiediamo, e presentiamo in questo sito, sono molto concreti e assolutamente fattibili sotto tutti i punti di vista, bisogna pretendere che l'amministrazione pubblica li recepisca.

Tram 7 in via Adriano: Come un bellissimo cavallo, ma zoppo

Milano e tutta la sua amministrazione, anche nei rivoli più periferici, in questi giorni si fanno gran vanto dell'apertura al pubblico della tratta del tram 7, per 1,5 km, Anassagora- quartiere Adriano .

Paroloni e gran pacche sulle spalle per un'opera sicuramente utile, sicuramente giusta, di lentissima costruzione per via di vari intoppi, ma che tutti salutiamo come una cosa che va nella direzione giusta, il potenziamento del Tpl pubblico su ferro di superficie a Milano.

Peccato però che questa opera nuovissima e moderna nasca azzoppata!

Tratta nuova di pacca, tram nuovi di pacca, binari nuovi di pacca… ma i semafori funzionano allo stesso modo del primo installato a Milano nel 1925.

Ancora per lunghi secoli gli scienziati e gli storici si chiederanno perché a Milano i semafori asserviti per le linee tranviarie proprio non li vogliono usare.

I semafori asserviti, che fanno trovare il verde ai tram in arrivo, riducono considerevolmente i tempi di percorrenza, rendendo anche più puntuale il servizio.

E' una tecnologia collaudatissima, utilizzata da oltre 30 anni in tutto le città del mondo, solo a Milano proprio non la si vuole implementare tanto da rendere la velocità commerciale della rete tranviaria meneghina quella col coefficiente più basso d'Europa (10km/ora contro i 22km/ora di Monaco ad esempio).

Perché?

Questione culturale? Paura di scontentare il partito delle automobili? Sottovalutazione che senza offrire un servizio molto migliore di così sarà difficile fare passi avanti nella tutela ambientale e quindi della salute dei cittadini?

Eppure il costo di asservimento in confronto a tutto il resto dell'opera è veramente irrisorio.

Lasciamo questi interrogativi in sospeso, e chiediamo ancora una volta alle istituzioni cittadine, come facciamo da dieci anni a questa parte, il perché di questa scelte dannose e scellerate.

Questa volta però non riusciamo veramente a immaginare che scuse potranno inventare.

Milano, 18.10.25

(Immagine © Urbanfile)

Occasione mancata: perché non approfittare dei lavori su viale Lunigiana per migliorare l'accessibilità?



I recenti lavori di sostituzione dei binari del tram in viale Lunigiana hanno sollevato non solo asfalto, ma anche interrogativi. Il Comune di Milano e l'ATM (Azienda Trasporti Milanesi) hanno avuto l'opportunità di fare molto di più che semplicemente sostituire i vecchi binari: avrebbero potuto migliorare significativamente l'accessibilità alle fermate tram attraverso l'installazione di banchine rialzate.

Questo non è stato un intervento isolato. Già pochi anni fa, lo stesso tratto di strada era stato interessato a lavori simili, e anche in quell'occasione, le modifiche necessarie per facilitare l'accesso al tram da parte di persone con mobilità ridotta o anziani non furono realizzate. Questa ripetizione di interventi, senza cogliere l'opportunità di fare miglioramenti significativi, solleva preoccupazioni su come vengono gestiti i progetti di infrastruttura urbana e la loro visione a lungo termine.

Una delle attuali fermate.
Altezza fermata: piano del ferro.
La mancanza di banchine rialzate costringe chi ha difficoltà di  movimento a compiere uno sforzo maggiore per accedere ai tram, compromettendo l'indipendenza e la sicurezza di questi utenti. L'installazione di banchine durante i lavori di cambio binario avrebbe non solo migliorato la qualità della vita di molti cittadini, ma avrebbe anche rappresentato un risparmio economico significativo. Unire lavori stradali e miglioramenti all'accessibilità avrebbe ridotto i costi complessivi e minimizzato i disagi per i passeggeri durante i periodi di interruzione del servizio.

Inoltre, l'adozione di banchine rialzate avrebbe portato Milano più vicino agli standard di altre grandi città europee, dove l'accessibilità dei servizi pubblici è una priorità e viene regolarmente implementata con successo.

L'assenza di queste infrastrutture fondamentali solleva questioni sulla pianificazione delle politiche urbane. In un momento in cui l'inclusività dovrebbe guidare lo sviluppo delle città, Milano sembra aver perso un'importante occasione di dimostrare il proprio impegno verso tutti i suoi cittadini.

Cosa aspettano i responsabili delle decisioni a considerare ogni lavoro di manutenzione non solo come un dovere infrastrutturale, ma come un'opportunità per migliorare sistematicamente la qualità della vita urbana, rendendo la città più accessibile e vivibile per tutti?
Sarebbe il caso quindi che Comune di Milano e ATM ripensassero le loro future iniziative di manutenzione, integrando misure che favoriscano un reale progresso verso una città per tutti è per un miglior servizio pubblico.


Milano, 19.4.24
(© foto di redazione)









Tranvia milano-limbiate, il cronoprogramma è realistico ?

Pubblichiamo l'ultimo comunicato dei Comitati a sostegno della riapertura della linea Milano-Limbiate, e rinnoviamo il caloroso invito a continuare le pressioni sulle Istituzioni, affinché la ragione e il bene pubblico prevalgano su logiche anti popolari e dannose.



TRANVIA MILANO-LIMBIATE
IL CRONOPROGRAMMA È REALISTICO ? 
LA TRANVIA CI SALVA DALLE SORPRESE !

A distanza di una settimana dal nostro ultimo comunicato del 09/12/2022, non registriamo alcun tipo di sviluppo nel senso, da noi auspicato, del ripristino del servizio sulla tranvia Milano-Limbiate, limitatamente al tratto Milano-Varedo.

Anzi, ormai è chiaro che si sta dismettendo il deposito di Varedo. Sono stati fatti trasferimenti di personale e sono state portate a Milano due vetture storiche da preservare. Condividiamo senz'altro quest'ultima decisione. Comunque si concluda questa vicenda, è importante preservare i rotabili delle linee interurbane che costituiscono un "unicum" del parco tranviario milanese. Ci auguriamo che, se il nostro appello per il ripristino della linea non verrà ascoltato, ci sia una tutela anche per un "treno bloccato" che ha caratterizzato la storia delle tranvie interurbane milanesi dagli anni '60 ad oggi.

Il giorno 12/12/2022 abbiamo anche inviato una dettagliata lettera alle Istituzioni e ad ATM con le nostre osservazioni in merito al progetto ATM di ripristino del servizio che, fortunosamente, abbiamo avuto modo di vedere.

Anche in questo caso non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Un vero e proprio di muro di gomma! Ci sembrava di aver detto delle cose sensate che riproponiamo ora nel presente comunicato in modo che ognuno possa farsi una sua idea in merito.


Tempi per il ripristino della linea


Nello studio sono previsti 9 mesi di tempo per il ripristino della linea ma i lavori veri e propri durano 4 mesi. Il resto sono progettazioni (3 mesi per il Progetto Definitivo e 2 mesi per il Progetto Esecutivo).

Tenuto conto che i lavori sarebbero effettuati “in house” da ATM, che è una Azienda partecipata al 100% del Comune di Milano (non ci sarebbe quindi una gara d’appalto), ci chiediamo se sia proprio necessario produrre un Progetto Definitivo quando, una volta presa la decisione di intervenire e accettato lo studio di ATM, si potrebbe passare subito al Progetto Esecutivo con contestuale approvvigionamento materiali.

Si risparmierebbero 3 mesi che non sono pochi. Probabilmente è la procedura già utilizzata per i lavori del 2012 che hanno comportato la chiusura della linea per soli 5 mesi (14/05/2012 – 21/10/2012).


Cronoprogramma per la riqualificazione integrale della linea

Nello studio sono ipotizzati due scenari, a seconda del ripristino o meno della vecchia linea tranviaria. In entrambi i casi già siamo in ritardo di almeno due mesi. Infatti per avere la conferma dello stanziamento dei 26 milioni mancanti è necessario attendere l'approvazione della Finanziaria e non ci risulta sia stato fatto il bando di pre-qualifica cui si fa riferimento in una nota del cronoprogramma. Esaminiamo ora i due scenari prospettati.


Scenario 2 (mancato ripristino della linea storica)

Si prevede di iniziare i lavori nel luglio 2024 con entrata in servizio a febbraio 2028 ma, come minimo (già siamo in ritardo), riteniamo si arriverà alla fine del 2024 con entrata in esercizio a metà 2028. Ciò accadrebbe se non ci fossero ulteriori ritardi di alcun tipo, cosa molto improbabile. Notiamo che l’espletamento della gara d’appalto è stato previsto per l’estate 2023 (giugno-ottobre) che non è un periodo in cui le Aziende e gli Enti lavorano a pieno ritmo.

Quante opere pubbliche complesse come questa si sono concluse nei tempi prestabiliti? In caso di ritardi, si arriverebbe comunque al 2029 ma restando senza tram per 6 anni.


Scenario 1 (ripristino della linea storica)

La nuova linea entrerebbe in esercizio a settembre 2029 con un ritardo di 19 mesi rispetto allo scenario 2 perché si comincerebbe la riqualificazione dal lotto 2 (Varedo- Limbiate). Nel frattempo resterebbe in servizio la vecchia tranvia fino a Varedo ma ci sarebbe un allungamento dei tempi complessivi dei lavori.

Questo ritardo però sarebbe compensato dal mantenimento dell’esercizio tranviario da Milano a Varedo per 2 anni e 9 mesi (33 mesi), con la possibilità di avere altri mesi di apertura della linea in caso di ritardi nella gara o nei lavori del secondo lotto (Varedo-Limbiate). Infatti la vita utile della linea ripristinata è stimata in 36 mesi che potrebbero diventare qualcuno in più, in caso gli impianti ed i rotabili fossero ancora in buono stato. In pratica si potrebbe arrivare fino a quasi tutto il 2026.

Pur aprendo la nuova linea dopo, rispetto allo scenario 2, ci sarebbe un minor periodo di assenza del tram, cioè 53 mesi (86-33=53) anziché i 67 dello scenario 2. Potrebbe sembrare una differenza non tale da far propendere per il ripristino della linea ma bisogna tenere conto che i 67 mesi ipotizzati nello scenario 2 sono già diventati 69 e crediamo si incrementeranno ancora. Nello scenario 1 ci sarebbero dei margini per assorbire, con il tram ancora attivo, i molto probabili ritardi nella progettazione della nuova linea e nella realizzazione dei lavori sul lotto 2 (Varedo-Limbiate), arrivando a coprire completamente l'ulteriore vita utile della vecchia linea, stimata in 36 mesi.
Tre anni di migliore servizio per l’utenza non sono pochi.

Infatti, mentre abbiamo la certezza della chiusura della linea storica, non abbiamo alcuna certezza sui tempi di realizzazione della nuova linea. In pratica il ripristino della tranvia è un "paracadute" contro i probabili ritardi della nuova opera.

Certo, limitandosi alla sola valutazione economica, c’è un ulteriore esborso di circa 6 milioni di euro. Qualcuno dice che sarebbero soldi sprecati ed a rischio di contestazione per danno erariale. La preoccupazione è sensata ma crediamo che le scelte politiche dovrebbero tenere conto anche di parametri non economici, quali:

- la riduzione del periodo del servizio con autobus, con un servizio migliore e più celere per l’utenza e conseguente maggior benessere;


- la riduzione degli inquinanti emessi dagli autobus in una zona già fortemente segnata dall’inquinamento da traffico;


- la riduzione della congestione stradale che inevitabilmente è aumentata con l’inserimento, nell’ora di punta, anche degli autobus sostitutivi nel già caotico traffico della Comasina.

La politica si distingue dalla semplice amministrazione tecnica proprio perché dovrebbe considerare anche il benessere generale dei cittadini che sono utenti della linea. Ribadiamo che nel 2012, pur in presenza di un progetto ad uno stadio più arretrato dell'attuale, si fece una scelta di questo tipo. Nel nostro caso, come detto sopra, cisarebbero 3 anni senza servizio tranviario anziché 6 anni. 


Manutenzione straordinaria della sottostazione di Varedo

Proponiamo anche un’osservazione sui lavori di rinnovo della sottostazione elettrica di Varedo, utile per l'alimentazione della linea tranviaria.

Se per altri componenti utilizzati nel rinnovo della linea (binari, scambi, traverse, pali) non è detto che sia possibile un riutilizzo, crediamo che i nuovi apparati della sottostazione potrebbero essere smontati e riutilizzati da ATM in altre sottostazioni della rete, visto che avrebbero solo 3 anni di vita. Quest’ultima potrebbe quindi non essere una falsa spesa in quanto gli apparati potrebbero costituire una scorta per ATM.

Ricordiamo anche che, in passato, è capitato che si facesse funzionare la linea da Milano a Varedo con la sola sottostazione di Brusuglio proprio a causa di un guasto alla sottostazione di Varedo. Quindi, pur essendo chiaramente necessario avere efficiente la sottostazione di Varedo, in caso di necessità la linea potrebbe funzionare ugualmente senza di essa.


Conclusioni

Concludendo, in base a quanto osservato sopra, chiediamo che non si perda ulteriore tempo e che si prenda la decisione di ripristinare il servizio tranviario tra Milano e Varedo.

Al Comune di Milano (in particolare al Sindaco Metropolitano Giuseppe Sala che ci aveva dato speranze in questo senso) chiediamo di dare incarico alla sua partecipata ATM di predisporre il progetto per arrivare il più presto possibile all’effettuazione dei lavori necessari.

Alla Regione Lombardia (in particolare all'Assessora Claudia Terzi che si è sempre detta favorevole al ripristino del tram) chiediamo di stanziare i 6 milioni necessari per i lavori e di coordinarsi con il Comune di Milano ed ATM per lo svolgimento degli stessi.

Le Istituzioni devono collaborare. Ci sembra che finora ciò non sia avvenuto.
Ci piacerebbe che entro Natale si prendesse questa decisione.


Mauro Anzani
Associazione Utenti del Trasporto Pubblico (UTP) mauroanzani@virgilio.it
338 5303168

Michele Reggiani
Gruppo Facebook “Salviamo il tram della Comasina” mikyrex@libero.it
339 4661236

Ing. Jacopo Stocco
UTP / Gruppo Facebook “Salviamo il tram della Comasina” jacopo.stocco94@gmail.com
338 8095827


Milano, 17 dicembre 2022


Il Comunicato da scaricare in formato pdf

A Kiel tornerà il tram

La Straßenbahnnetz Kiel, rete tranviaria della città di Kiel, aveva scartamento 1.100 mm (come molte altre reti della Mittelleuropa) e rimase operativa dal 1881 al 1985: già, mentre in Francia partiva la Rinascita tranviaria lo Stato tedesco dello Schleswig-Holstein dismetteva l'ultimo dei 23 impianti tranviari che vi operavano negli anni Venti del Novecento (periodo di massima espansione del tram).

Kiel è un'area urbana di 245 km quadrati con 335.250 ab. (stima 1/1/22): dal 1986 a oggi la mobilità è stata affidata a una reti di servizi ferroviari vicinali (#RegioSBahn) e a linee bus ordinarie. Il dilemma si è palesato a partire dalla seconda decade degli anni Duemila quando si è iniziato a riflettere sulle modalità per realizzare una rete di trasporto pubblico locale che avesse costi inferiori rispetto a quella in esercizio, una qualità maggiore e consentisse la transizione ecologica verso il trasporto elettrico.

Analisi dopo analisi, si è realizzato che una rete portante di BRT elettrici (bus in sede riservata_ndr) avrebbe indotto benefici economici variabili tra 1,10 e 1,15 per euro investito, mentre il tram avrebbe amplificato i benefici fino a 1,47 euro. 

La scelta definitiva è arrivata l'11 novembre 2022 ed è caduta sulla reintroduzione del tram (https://www.ndr.de/.../Kiel-bekommt-2023-eine-neue...): i cantieri sono in corso e le nuove linee entreranno gradualmente in esercizio dalla fine del 2033: è tanto tempo, è vero, ma il progetto è di grande rilevanza per un comune di 246.243 abitanti! 

Secondo il progetto preliminare il nuovo impianto avrà uno sviluppo di 35 km su 5 direttrici (e 5 linee per uno sviluppo complessivo di 57 km) e vedrà l'impiego di tram di ultima generazione da 45 e 54 metri di lunghezza. 
La progettazione definitiva dovrebbe concludersi entro il 2024 insieme all'equivalente della nostra Conferenza dei Servizi.
Primi cantieri entro la fine del 2027.


Tratto dalla pagina facebook CityRailways che consigliamo vivamente di seguire. 

Milano, 10.12.22

Salviamo la Milano-Limbiate, partecipa anche tu!

La linea tranviaria Milano Limbiate sta per essere chiusa.
Questa decisione in tempo di crisi energetica e ambientale è criminale, oltre che piuttosto idiota.

Le motivazioni "di sicurezza" per la chiusura presentate dalle Istituzioni sono solo in parte sostanziate (da tanti anni di mancata manutenzione), ma la soluzione di chiudere la linea non è sostanziata per niente.

Come hanno avuto modo di precisare i Comitati che si occupano della questione si potrebbe procedere con i lavori di adeguamento nei tempi morti della linea, a tratti alternati, "a scacchiera", evitando in questo modo la chiusura totale (come già fatto in passato).

Chiudere la linea adesso significa la sua morte per sempre.

La partenza dei lavori di ammodernamento sono previsti fra qualche anno, e nel frattempo i pendolari si troverebbero i tempi di spostamento da fare col bus sostitutivo almeno raddoppiati se non di più.
Ma, come successo 11 anni fa per la linea Milano Seregno, la chiusura in questo momento significa la mai più riapertura della linea.

Tutto ciò è inaccettabile.

Per questo chiediamo a tutti di fare un piccolissima cosa, andare sulla pagina reclami dell'Atm e chiedere di non chiudere la linea.

La procedura è semplicissima e spiegata qui sotto.

Non diamoci per vinti, non diamo la vittoria alla mala politica, la linea è un bene pubblico, è nostro! 
Facciamo valere il nostro diritto di avere mezzi pubblici efficienti, veloci ed ecologici!



Compila come da immagine qui sotto, invia e poi conferma la email di controllo che ti sarà inviata in automatico dal sito Atm (quest'ultimo passaggio è fondamentale).

Se vuoi nel campo "Descrizione" puoi scrivere:
"La linea 179-Milano-Limbiate NON deve essere chiusa!
I lavori di adeguamento della sicurezza vanno realizzati, come già fatto pochi anni fa, il sabato e la domenica.
Gli altri giorni la linea deve funzionare.
Chiudere questa linea in tempi di crisi energetica e ambientale è criminale!"








Linea Milano Limbiate di nuovo in pericolo!

E' giunta la notizia che il tram che collega Limbiate a Milano potrebbe fermarsi in autunno. 
Lo scrive l’assessora comunale di Milano, Arianna Censi in risposta ai comitati che da anni sostengono l’utilità del tram.

In questo articolo di 7 (sette!) anni fa c'era la dimostrazione di come le linea tranviaria Milano Limbiate (ma anche quella per Seregno) sarebbero dei successi in tutti i sensi, sia di trasporto, che economico, che ovviamente ambientale.
Ma perché la politica istituzionale fa di tutto da sempre per chiudere queste linee (con Seregno riuscendoci già)?

E' solo dabbenaggine, incultura dei trasporti e delle tendenze in atto a livello mondiale che implementano dappertutto il tram, o c'è magari qualche interesse in ballo?
Un tempo chiudere le linee di trasporto su ferro (che fossero tram o treni) aveva il palese e dichiarato intento di favorire l'espansione dell'industria dell'auto, ma adesso a un passo dal disastro ambientale può essere ancora questo il motivo?

O c'è la necessità di smobilitare il trasporto di massa pulito ma economico per favorire grandi e costose opere (a Milano chissà perchè si parla solo di metrò) che permettono di trasferire grandissime quote di denaro pubblico nelle tasche di grandi imprese?
(senza dimenticare che in Lombardia tutto il settore del movimento terra è nelle mani della 'ndrangheta...)

Vogliamo subire ancora una volta scelte prese in alto, che danneggiano solo chi sta in basso, senza dare battaglia?
Il cambiamento inizia da qui, non sperando che arrivi un politico che ci salvi, ma esercitando la giusta pressione popolare per far valere i propri diritti!
Compreso il diritto di avere voce in capitolo in ciò che ci tocca da vicino!

Vi terremo informati sugli sviluppi della vicenda e sulle proposte di mobilitazione che prenderanno i comitati.





METROTRANVIE DELLA BRIANZA SÌ/NO: UN'EMPASSE SEMPRE PIÙ COSTOSA



Le due tranvie extraurbane della Brianza (la 178 e la 179) continuano a restare nel limbo. La linea per Limbiate, in esercizio, attende l’avvio dei lavori di potenziamento mentre la gemella per Desio (servizio interrotto dal 2011) continua a non vedere alcun cantiere. Come approvato dalla Regione Lombardia, la ex linea via Valtellina-Desio-Seregno dovrebbe essere trasformata in metrotramvia per uno sviluppo di 14,3 Km (con 25 fermate). 5,6 km, da Milano Parco Nord a Paderno Dugnano, saranno a doppio binario mentre i restanti 8,7 km, da Paderno Dugnano a Seregno, saranno a binario singolo. L'infrastruttura ha un costo complessivo di € 232.989.600, - che, ai sensi dell’Accordo sottoscritto il 10 febbraio 2010, è ripartito tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (128.525.760 €) e, per la restante quota, dai soggetti istituzionali territorialmente coinvolti: Regione Lombardia, Provincia di Milano, Provincia di Monza e della Brianza, Comuni di Milano, Bresso, Cusano Milanino, Cormano, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno. Per la linea Milano-Limbiate è in atto la Conferenza dei Servizi sul progetto di potenziamento. La linea si sviluppa per 11,5 km, con una tratta Milano - Varedo di 7,5 km a doppio binario ed una tratta Varedo – Limbiate di 4 km a singolo binario, con raddoppi in corrispondenza degli incroci. L’intervento di potenziamento prevede anche la riqualificazione del deposito di Varedo.
A dicembre 2011 il CIPE ha approvato una graduatoria nazionale di interventi in cui il progetto della metrotranvia è risultato al primo posto, ed ha pertanto concesso alla Provincia di Milano (soggetto attuatore dell'intervento) un finanziamento statale di 59 M€, corrispondente al 60% del costo totale, pari a 98 M€, del solo 1° lotto funzionale Milano - Varedo, escluso il materiale rotabile. Il costo totale dell’opera, comprensiva del secondo lotto funzionale Varedo - Limbiate (non ancora finanziato), è di 167 M€, di cui 30 per l'acquisto di 12 vetture tranviarie bidirezionali. Per molti analisti una spesa di 400M€ sarebbe ingiustificata per due linee che al 2011 (quando erano entrambe in servizio) trasportavano appena 15.000 passeggeri giorno. Al solito si tratta di un affermazione mal posta: un’offerta di basso livello non genera certo un carico elevato. Ma questo non dice nulla circa l’entità della domanda. In caso di offerta non adeguata, la domanda di trasporto resta latente, dividendosi sul mezzo privato e sul mezzo pubblico su gomma. Ma è una domanda che se sollecitata da un’offerta adeguata non stenterebbe a manifestarsi.


La linea Comasina-Limbiate ha un bacino di 127.000 abitanti (entro un km dalle fermate) e 55.600 addetti. Il carico nell’ipotesi standard (cautelativa) è di 61.380 passeggeri giorno ovvero 5.200 pp/km.




La linea Parco Nord-Desio-Seregno ha un bacino di 200.900 abitanti e 85.700 addetti. Il carico nell’ipotesi standard (cautelativa) è di 95.570 passeggeri giorno ovvero 6.700 pp/km. Sono numeri che le linee raggiungono all’interno delle aree centrali. Se si osservano le performance dei sistemi tramviari attualmente in servizio in Italia vediamo che entrambe le due Metrotranvie sono al livello della linea 1 di Firenze, ad oggi la linea italiana più produttiva in termini di pp/km.



Sono state ventilate le ipotesi più stravaganti circa il perché dei ritardi sull’avvio dei lavori di queste due linee così importanti. Tra le voci, tra gli emendamenti alla Legge di Stabilità (in discussione) abbiamo letto dell’ipotesi di dirottare parte del finanziamento della linea per Desio-Seregno (180 M€) alla linea 2 del sistema tranviario di Padova. Il sistema padovano (oggi una sola linea di “tram su gomma”) è un sistema che necessita sicuramente di un potenziamento. Ma è un sistema che presenta delle diseconomie (torneremo sull’argomento) per la tecnologia scelta. Ma soprattutto è un sistema con una produttività nettamente inferiore a quella minima attesa per le metrotranvie della Brianza. La linea 1 di Padova attualmente si attesta sui 17.000 pp giorno: le nostre simulazioni mostrano che con un potenziamento del servizio il plafond di carico si attesta sui 27.000 pp giorno. Per una linea di 10 km il carico specifico è di 2.700-3.000 pp/km. Le metrotranvie della Brianza hanno un carico specifico doppio: lungi dall’innescare una guerra tra poveri, perché il trasporto pubblico in Italia necessiterebbe di un potenziamento diffuso a tutte le realtà, non si può non ammettere che in tempi di spending-review i fondi – quando disponibili - andrebbero dirottati sui progetti a maggiore produttività. Questo è il solo per abbattere le diseconomie che stanno fornendo l’alibi agli assassini del trasporto pubblico italiano. Ed è il solo modo per innescare quella corsa alla qualità progettuale e realizzativa che potrà trasformare il TPL da servizio a perdere in un motore per la ripresa del Paese.

Link all'articolo originale: http://www.cityrailways.net/news/metrotranvie-della-brianza-sino-unempasse-sempre-piu-costosa.html

Milano, 22.6.22

Salviamo la storia dei trasporti Milanesi, blocchiamo future speculazioni

E' nuovamente possibile votare il Deposito di Desio nell'ambito della campagna "I luoghi del cuore" del FAI - Fondo Ambiente Italiano.
Per votare è sufficiente cliccare sul link seguente, registrarsi e seguire le istruzioni:



E' importante che il deposito di Desio e i suoi importantissimi rotabili storici siano preservati.

Vota e fai votare tutte le persone che conosci! 

Per sventare l'ulteriore spreco italico di capitale storico e le speculazioni sull'area che ne seguiranno.



"Il deposito tranviario ATM di Desio, fu costruito nel 1926 dalla STEL (Società Trazione Elettrica Lombarda) a servizio della tranvia Milano Carate-Giussano che la STEL aveva rilevato due anni prima dalla Lombardy, con l'impegno a elettrificare la linea. Il 1° luglio 1939, le linee gestite dalla STEL passarono in mano alla ATMI (Azienda Tranviaria Municipale Interurbana) in seguito incorporata in ATM, attuale proprietaria dell'area. Il deposito è rimasto attivo fino al 30 settembre 2011, quando la linea tranviaria è stata sostituita da un servizio di autobus. Il complesso rappresenta un importante esempio di archeologia industriale, inoltre all'interno dell'area sono rimessati, purtroppo in precarie condizioni, ben 42 rotabili storici ATM. Il Ministero dei Beni culturali lo scorso anno ha evidenziato infine l'interesse culturale del luogo e dei rotabili, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio."




Milano, 19.5.22

Salviamo il patrimonio storico di Atm!

Il 13 Settembre ATM ha pubblicato un bando di demolizione per QUARANTADUE tram ricoverati fuori uso da anni nel vecchio deposito Atm di Desio.

Il bando scade il 18 Ottobre.

Sono tutti tram dall'elevato valore storico, i più vecchi sono del 1926, i più recenti del 1953.

Chiediamo che venga modificato il bando di demolizione in modo che sia possibile salvare per il futuro Museo dei Trasporti milanesi e lombardi almeno i tram più particolari e storici, tra i quali la "Littorina" 114 del 1935 che in quell'anno raggiunse i 100 km/h lungo viale Monza a Milano, stabilendo il record di velocità italiana per i tram.

Chiediamo che ATM permetta la conservazione della storia e del ricordo di migliaia di persone che hanno viaggiato e lavorato su questi tram.

E' già stata inoltrata comunicazione al FAI e ai Beni Culturali.

Firma e fai firmare la petizione: 
https://www.change.org/p/azienda-trasporti-milano-salviamo-il-tram






Milano, 18.9.18

Soluzioni efficaci. Se si vuole.

Milano è una delle città più inquinate d'europa.
Milano ha una fitta rete di trasporti relativamente efficiente se paragonata alle altre città italiane.
Milano ha un sistema di traporti pubblici inefficiente e lento se paragonato alle altre città europee (e non solo).

Alla luce di queste considerazioni verrebbe da pensare che ciò che serve per migliorare la qualità della vita e dell'aria dei milanesi sia introdurre delle migliorie nella gestione del trasporto pubblico che ne innalzino le capacità agli standard europei.

Bene.
Il Comune ha promesso che entro i primi mesi del 2019 introdurrà l'asservimento semaforico per 9 linee di tram.
Molto bene, noi sono anni che battiamo su questo tasto che è imprescindibile se si parla di tpl (trasporto pubblico locale).
Peccato che siano solo 9 linee su 17, ma meglio di niente.
Di questo progetto ne daremo valutazione a cose fatte, per verificarne l'attuazione e il concreto funzionamento.

Detto questo ci viene in mente l'assessore Granelli che più di un anno fa, durante un incontro pubblico presso l'Utp di via Confalonieri, giustificava l'ancora mancante asservimento semaforico con questa motivazione: "stiamo mettendo a punto un software centralizzato che gestirà il sistema per tutta Milano".
Si sa, per fare le cose bene ci vuole tempo, e calcolando che Milano in questo senso ha accumulato un ritardo di almeno vent'anni, grazie anche a tutte le giunte trascorse, non osiamo immaginare che strabiliante potenza avrà l'asservimento semaforico milanese, ora che finalmente sarà messo in opera!

Nel frattempo, visto che si parla di alta tecnologia, vogliamo dare un suggerimento davvero ma davvero di altissimo livello tecnologico per il miglioramento dell'esercizio dei mezzi di superficie.

Si chiama, ci scusiamo per l'inglesismo, "Doppio Gradone" ed è implementabile su i percorsi delle nostre linee tranviarie tramite semplice upgrade delle stesse, rendendo finalmente impossibile l'incauto e dannoso parcheggio di auto private che troppo spesso intralciano la circolazione dei mezzi Atm bloccandone il servizio a volte per ore.
E' molto economico, forse troppo economico, da mettere in opera, ma è infallibile, non a caso viene annoverato anche nella categoria delle "barriere fisiche".

Vi presentiamo il doppio gradone nel dettaglio
e in tutta la sua efficacia tecnologica.

Perchè il Doppio Gradone non è presente in tutti i percorsi che per tipologia potrebbero utilizzarlo?
Una vocina maligna, a cui noi non diamo nessun peso, ci suggeriva che si preferisce far cassa con le salate multe che vengo elevate a chi blocca il traffico con la propria auto.

Ma ci pare troppo assurdo da credere, ci viene più facile pensare a qualcosa di peggio, ossia al disinteresse per una soluzione banale, "base" diremmo, che comporterebbe notevoli benefici al tpl cittadino, ma senza spendere troppi soldi pubblici.
Meglio grandi interventi costosi da appaltare a qualche grossa impresa privata, e visibilità per raccogliere consenso per qualche politico, che tanti piccoli interventi in grado di aumentare da subito le capacità di mobilità del sistema di trasporto milanese.

Degli autisti incauti e non curanti possiamo dire tutto il male che vogliamo, giustamente, ma se una soluzione esiste per evitare di fatto che questi comportamenti creino danni al trasporto pubblico chi è preposto ad attuarla, e non lo fa, è il primo responsabile della situazione.

Viale Lunigiana. I paletti, reperto archeologico di quello che fu
decenni fa, un sistema per evitare la sosta sui binari.
Pochi giorni fa ci è capitato di essere testimoni, nella stessa giornata, di due incagli in orari diversi presso gli impianti tranviari di viale Lunigiana. Nella stessa giornata sulla stessa linea!
Per evitarlo sarebbe bastato il famoso doppio gradone, o anche solo ripristinare la catenella ai paletti che la reggevano e che sono ancora in loco ma abbandonati da decine d'anni.

Ritardi, irregolarità di transito, blocchi (mediamente 7 al giorno!), si potrebbero diminuire sensibilmente aumentando quindi il gradimento dei cittadini e rendendoli più propensi a servirsi dei mezzi pubblici.

Comune e Atm, cosa aspettano a farlo?


Milano, 25.5.18

Milano-Limbiate: ci vediamo a settembre...

L'assemblea a Paderno
Riprendiamo dal sito www.amicitram.eu un preciso resoconto dell'assemblea svoltasi venerdì sera a Paderno Dugnano sulla questione della linea Milano-Limbiate, alla  quale abbiamo partecipato.

Vogliamo solo aggiungere un'osservazione:

I rappresentanti delle istituzioni intervenute all'assemblea hanno teso ad accreditarsi come i salvatori della patria (e della linea), e hanno enfatizzato il loro "grande impegno" contro la chiusura della linea.
Ma, se escludiamo chi ha la memoria di un pesce rosso, nessuno può scordarsi e non tener presente che l'attuale situazione della linea è diretta conseguenza della scellerata gestione degli ultimi 30 anni proprio da parte delle istituzioni, come Atm e gli altri enti responsabili, che l'hanno lasciata morire lentamente e inesorabilmente.

L'attuale situazione "emergenziale" non è altro che diretta conseguenza di anni di mancata manutenzione ordinaria e aggiornamento tecnologico!

Inoltre dobbiamo aggiungere che se c'è la promessa di riaprire la linea a settembre, questo risultato non possiamo che ascriverlo in toto a quelle persone e gruppi che si sono mobilitati contro la chiusura della linea facendo pressione sulle istituzioni, e dimostrando ancora una volta che solo con la mobilitazione dal basso e dei soggetti direttamente interessati si può incidere sulle scelte di chi, dall'alto, gestisce il "bene pubblico”.

In tutti i casi Milano (e l’Italia) resta fanalino di coda in Europa come investimenti nel trasporto pubblico.
Fanno eccezione gli investimenti per le  metropolitane, che non sempre sono la scelta più adatta per rispondere alle esigenze di mobilità, ma che costano tanto e tanto fanno guadagnare alle imprese private che le costruiscono e, in termini di consensi elettorali, ai politici.

La situazione delle ultime due linee tranviarie extraurbane che rimanevano a Milano, della fitta rete smantellata negli anni sessanta per far spazio alla motorizzazione privata e su gomma, è quella che conosciamo della Milano-Limbiate e della Milano-Seregno, mentre nel frattempo in tutto il resto del mondo negli ultimi vent'anni sono state aperte centinaia di nuove tranvie moderne ed efficienti.

Bisogna cambiare passo, bisogna spingere le istituzione competenti a un'altro tipo di politica dei trasporti. L'esempio di questa lotta per la linea Milano Limbiate è un piccolo ma valido esempio, anche se ancora insufficiente a salvare definitivamente la linea, da applaudire e seguire.


Per chi è interessato nel dettaglio alla tematica di questa vicenda e di quella della linea gemella Milano-Seregno vi consigliamo la lettura di alcuni approfondimenti che abbiamo pubblicato precedentemente:

Approfondimento su linee Milano-Limbiate e Milano-Seregno

- Altri articoli pubblicati



Tratto da amicitram.eu:

Milano-Limbiate: qualche anno ancora e poi?

Si è svolta venerdì 16 giugno 2017, presso la Sala Consiliare del Comune di Paderno Dugnano, ente patrocinante, un’assemblea pubblica promossa da UTP (Associazione Utenti del Trasporto Pubblico), dal Gruppo Naturalistico della Brianza e dal gruppo “Salviamo il tram della Comasina” (_ndr animato da alcuni lavoratori della linea stessa).

All’incontro erano presenti gli assessori Granelli di Milano, Tonello di Paderno, Ceschini di Limbiate, Boccafoglia di Varedo, la Consigliera con delega alla mobilità di Città Metropolitana, Siria Trezzi, gli ingegneri di Metropolitana Milanese e due tecnici della Provincia di Monza e Brianza e della Regione, ente che per primo si è impegnato a stanziare i fondi per la messa in sicurezza.

Assente è stata, invece, la dirigenza ATM la quale ha però inviato un comunicato dove illustrava cosa si sta facendo oggi per la messa in sicurezza. Gli interventi riguardano il censimento di tutti i passi carrai, la loro messa in sicurezza tramite segnali ottici e luminosi, la sostituzione delle traversine ammalorate, di parte dei binari e di qualche elemento della linea aerea.

Si sono poi illustrate le vicende dalla revoca del nulla osta all’esercizio fino al salvataggio in extremis, quando proprio si stava rischiando di dire addio al Frecciarancio. «Dal Primo Maggio, per il rotto della cuffia si è evitata la sorte della Desio», seppur con un servizio ridotto ma indispensabile ad evitare l’abbandono della linea.

Dallo scorso 10 giugno l’esercizio è sospeso, ma già dal 13 si sta lavorando sulla linea affinché si possa riaprire il 10 settembre, con modalità ancora da definire secondo quanto sarà stato eseguito entro tale data. Ciò che è certo è che USTIF esige un piano completo per un esercizio a regime (a lavori ultimati) entro il 10 febbraio 2018.

Ha preso poi la parola l’Assessore Ceschini di Limbiate e ha affermato che, oltre ai lavori già iniziati sui binari, il Comune ha già acquistato un nuovo semaforo asservito da installare.

Ha poi parlato l’assessore Boccafoglia di Varedo, Comune che inizialmente non voleva partecipare, ma che poi si è ravveduto, anche grazie ai contributi della Regione: lo dimostra anche la riqualificazione dell’incrocio di piazza Panceri (risalente allo scorso autunno). La nuova rotatoria sarà anche oggetto di qualche ulteriore modifica, dato che i frequentatori del sabato sera tranciano l’aiuola in linea retta anziché “circumnavigarla” in senso antiorario.

Per quanto riguarda Paderno, l’assessore Tonello ha assicurato che si sta adoperando affinché Enel Sole, gestore degli impianti semaforici, ripristini l’asservimento che, da tempo ammalorato e mal mantenuto, attualmente funziona solo a ciclo senza possibilità di prenotazione da parte del tram. Nel 2017 dovrebbe anche finalmente vedersi realizzata la rotatoria tra le vie Magenta e Comasina.

E PER I PROSSIMI 50 ANNI?

Si è poi parlato del futuro a lungo termine della tranvia, perché, se da un lato la si sta salvando, dall’altro le si assicura una vita di soli altri 3 o 4 anni. E poi? Non è che poi si ritornerà alle solite minacce di chiusura da parte dell’USTIF?

Ha illustrato le due possibilità Mauro Anzani (UTP), chiedendo riscontro a MM: una moderna metrotranvia (su modello della Desio) o un rifacimento totale nell’attuale sede.

Ha risposto per MM l’ing. Massimo Buzzi. L’attuale sede presenta due evidenti problemi; gli innumerevoli passi carrai (che, seppur semaforizzati e segnalati, sono un intralcio alla marcia del tram, nonché un potenziale pericolo) e la limitatezza della carreggiata. Proprio per questi due motivi, se si vorrà assicurare l’esercizio per i prossimi 50 anni, occorrerà riprendere in mano i vecchi progetti e spostare il tram in mezzo alla carreggiata, cosicché si potranno attraversare i binari in pochi incroci ben segnali e sicuri.

D’altro canto, se questa soluzione è quella da percorrere, essa risulta non essere totalmente finanziata. Si dovrà infatti aggiungere, ai 60mln assegnati dal CIPE e ai 20 della Regione, un restante 40% ad opera dei Comuni, Città Metropolitana e della Provincia di Monza, enti che non navigano nell’oro (ma non ostante tutto, la sciura media ha alzato la mano chiedendo «visto che spendiamo 100mln per il tram, perché non spendiamo 100mln al km per la metropolitana?»).

L’assemblea si è quindi conclusa con un arrivederci a settembre con il vecchio e caro Frecciarancio, con la disponibilità degli Enti a riprendere in mano il progetto, finanziamenti permettendo.


(Link all'articolo originale tratto da amicitram.eu)


Milano 18.6.17

Milano-Limbiate verso la chiusura strisciante?

Milano è una delle città più inquinate d'Europa e buona parte del suo traffico entra dalla provincia.
In presenza di un servizio veloce ed ecologico come la storica linea tranviaria che collega l'hinterland da Limbiate fino a Milano Comasina cosa fanno le nostre Istituzioni?
Prima non fanno manutenzione per anni e non la aggiornano mai, e adesso la distruggono e cercano in sostanza di chiuderla rendendola semi-inutilizzabile sostituendo parte delle corse con bus, che resteranno incolonnati nel traffico, e adottando altre limitazioni penalizzanti.

Perfino un demenziale cambio di tram a metà percorso si sono inventati pur di non adottare provvedimenti più logici e già collaudati...

Ma gli Enti pubblici preposti per gestire e decidere della politica dei trasporti cosa sono li a fare? Per affossare i servizi pubblici così poi possono dire che non funzionano e che bisogna privatizzarli?

Ricordiamo che senza le ultime limitazioni introdotte questa linea ha una velocità commerciale di 22km/ora, che è una ottima velocità commerciale, per capirlo basta paragonarla a quella di un metrò che è solo di 8 km/ora più veloce (cioè 30km/ora).

Cosa ci nasconde tutto ciò? Chi in tutti questi anni se ne sarebbe dovuto occupare è solo incompetente o c'è del dolo?
Ma non finisce qui, gli utenti e i lavoratori della linea, e i Comitati che se ne occupano, siamo convinti non si arrenderanno.

Per far capire meglio la differenza fra percorrenza in bus (o in auto) e in tram con l'attuale linea vi invitiamo alla visione di questo video, ripreso in un normale giorno di servizio e che vale più di mille parole.
Subito a seguire trovate il comunicato ­delle Associazioni e ­dei Comitati in merit­o alla attuale situaz­ione della linea Milano Limbiate e gli aggiornamenti.




Aggiornamento:
Cosa cambia per chi usa il tram:

-Tempo di percorrenza del tram: 1h esatta (prima era 35minuti, quindi incremento del 71%);
-Partenze da ciascun capolinea del tram: ogni 68 minuti sempre (prima era ogni 23 minuti in punta);
-Tempo perso a Cassina Amata per il trasbordo passeggeri tra i due tram: 4 minuti;
-Numero di coppie di tram svolte al giorno feriale: 14 (prima erano 33);
-Numero di corse svolte con bus col nuovo orario: 35 discendenti + 28 ascendenti;

La cronistoria completa la trovi qui:
http://muovi-ti.blogspot.it/search/label/milano-limbiate


Il comunicato dei Comitati:

All'attenzione di:
Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia
Sindaco della Città Metropolitana di Milano
Presidente della Provincia di Monza e Brianza
Assessore a Mobilità e Ambiente del Comune di Milano
Sindaci di Cormano, Paderno Dugnano, Senago, Varedo, Limbiate
USTIF - Ufficio Speciale Trasporti ad Impianti Fissi di Milano
ATM - Azienda Trasporti Milanesi


PERCHE' DICIAMO NO ALLA CHIUSURA "STRISCIANTE" DELLA TRANVIA MILANO-LIMBIATE

Il 20 aprile 2017 durante la riunione tenutasi presso il Comune di Milano sulla sorte della tranvia Milano-Limbiate è stato deciso che dal 1° maggio vi sarà un esercizio ridotto con due soli tram ed un servizio integrativo di autobus. Qualcuno dice addirittura che la linea sarà divisa a metà ed i due tram percorreranno solo metà linea con il necessario trasbordo dei passeggeri. Il 10 giugno si chiuderà con l'intenzione di riaprire a settembre dopo aver fatto alcuni lavori di "messa in sicurezza" dei passi carrai.

Siamo comunque riusciti a tenere, per ora, in vita la linea ma in quali condizioni per l'utenza? Sinceramente molte cose ci lasciamo perplessi e preoccupati.

· Innanzitutto speriamo che non sia vera la voce dello spezzamento in due della linea. Sarebbe veramente il colmo! Infatti, in termini di sicurezza, quale è la differenza tra due tram che si incrociano a Cassina Amata e tornano indietro e due tram che si incrociano e proseguono, avendo un incrocio fisso in quel punto?

· E poi, perché limitare il servizio a due soli tram quando, con qualche accorgimento, si potrebbero usarne quattro come ora? Abbiamo fatto delle proposte concrete. Se certe procedure si applicano senza difficoltà sulla linea 2 della metropolitana in occasione dei lavori serali all'armamento, perché non si possono applicare anche alla Milano-Limbiate? Sembra proprio che il tutto sia fatto apposta per distruggere di fatto il servizio.

· Accettiamo la chiusura estiva per lavori (l'avevamo proposta anche noi) ma non si è capito di che tipo di lavori si tratti e quali garanzie vengano date sulla riapertura della linea a settembre.

Come detto siamo molto preoccupati perché dallo scorso settembre (vedi la nostra lettera aperta del 5 settembre 2016) si sapeva che bisognava preparare un piano di sicurezza per la linea ma è ormai chiaro che alla situazione attuale si è arrivati per l'inerzia di ATM che, in quanto gestore della linea, non ha presentato nulla di concreto ad USTIF. Evidentemente vi è un disegno volto a far arrivare la linea ad un punto tale di degrado da far sì che USTIF sia costretta a revocare il nulla osta all'esercizio. Ma ATM non dovrebbe gestire al meglio un'infrastruttura dei cittadini? Perché non l'ha fatto? Perché il Comune di Milano non è intervenuto? Qualcosa non ha funzionato visto che l'Assessore Granelli si sta seriamente impegnando per questa causa.

Ed ora il conto lo pagano gli utenti. Infatti le "soluzioni provvisorie" proposte decreteranno la lenta morte della linea spostando di fatto l'utenza sugli autobus incolonnati sulla Comasina. Senza contare il fatto che il servizio misto di tram e autobus sarà difficilmente gestibile nell'ora di punta per la diversa velocità dei due mezzi. Ci sarà una gran confusione ma forse ATM vuole proprio questo per poter giustificare la mancata riapertura a settembre.

Alla luce di questi fatti chiediamo quindi:

· Di continuare, in accordo con USTIF, con il regime attuale fino alla chiusura estiva magari utilizzando il già citato metodo del "bastone pilota" in uso sulla M2 in occasione dei lavori all'armamento.

· Che il Comune di Milano dia un chiaro mandato ad ATM di lavorare seriamente per presentare ed attuare i piani di sicurezza richiesti da USTIF.

· Che si concordino ed attuino i lavori richiesti per la riapertura di settembre.

· Che a settembre la linea continui l'esercizio con quattro tram con frequenza di 23 minuti come avvenuto sinora.

Grazie a tutti per l'attenzione.




27.04.17

AGGIORNATO: Nuvole nere all'orizzonte del tpl di Milano

AGGIORNAMENTO del 03 feb 2017:

In seguito alla conferenza stampa tenuta mercoledì dall'assessore ai trasporti Granelli, possiamo dire che le previsioni più fosche dell'articolo che avevamo condiviso sono state in parte smentite. E di questo ci rallegriamo.
Restano però dei dubbi su più fronti, il primo è che non si è fatta menzione, né per confermare né per smentire, sulle voci trapelate che parlavano di drastico peggioramento delle frequenze sulle linee tranviarie nei giorni festivi.
In ogni caso l'operazione sulla rete tranviaria comporta un risparmio di 500.000 vetture*km all'anno a partire da marzo, che l'assessore promette di reinvestire nelle periferie... da novembre! 
Senza contare che l'elenco dei presunti potenziamenti che scatterebbero a novembre è talmente ampio da suscitare qualche dubbio.
Poi, se è vero che il tram 12 mantiene il percorso attuale e quindi il passaggio da Duomo, lo stesso non è per il tram 27.
Inoltre l'annunciato asservimento semaforico di alcune linee di tram, che se fosse vero ci vedrebbe favorevoli e festanti, bisognerà vedere se e come sarà attuato. Ricordiamo che il precedente assessore Maran lo aveva promesso già nel 2012... ora ce lo promettono per il 2018, sarà la volta buona?

Resta in fine la delusione per non aver sentito parlare di aumento delle corsie preferenziali e di messa in protezione delle stesse e, perlomeno, di rivalutazione della bislacca norma sul "distanziamento tranviario".  Mettere mano al sistema dei trasporti a Milano non può prescindere anche da questo.





Riprendiamo un articolo pubblicato da un sito non certo "di parte" come il nostro che, se quanto asserisce nel testo in questione fosse confermato, prospetterebbe a breve una situazione veramente molto grave per il trasporto pubblico di Milano.

In sostanza, da quanto riportato, il Comune si propone tagli e limitazioni al servizio di diverse linee tranviarie e, come se non bastasse, diminuzione delle frequenze.
Com'è possibile avere il coraggio di adottare misure come queste in una situazione di inquinamento ambientale come la nostra?

La scusa sarà la solita: "Non ci sono soldi". Già, chissà perché per altro, tipo autostrade e tangenziali inutili, i soldi saltano sempre fuori, invece per il diritto dei cittadini a muoversi e a respirare aria un po' più salubre, mai.

Cari amministratori pubblici (pubblici?), se volete reperire risorse economiche o fare risparmi vi suggeriamo noi un segreto (ma non ditelo a nessuno, anche perché lo sanno già tutti nel resto del mondo): andate sulla nostra home page e leggete i primi 3 articoli (sono sempre li), c'è scritto tutto quello che c'è da sapere.
Sono 3 semplici, economicissimi e collaudati provvedimenti da prendere che permetterebbero di migliorare di molto il trasporto pubblico a Milano, migliorando la mobilità nel suo insieme e risparmiando pure un bel po' di soldi.

Ma voi sapete solo tagliare e distruggere?

--
Aggiornamento: ci è stato fatto notare che l'articolo da noi riportato sia stato tratto da una fonte che scorrettamente non è stata citata. Lo facciamo noi per quello che ci riguarda. La fonte primaria di questi dati è: http://www.milano-anticapitalista.org/2017/01/21/comune-senza-soldi-ora-si-tagliano-le-corse-del-tram/


Milano | Trasporti: rumors sulla rivoluzione dei numeri

E’ di poche settimane fa la notizia della riorganizzazione dei bus notturni, ora ecco un’altra voce che circola da giorni e che – se confermata – è destinata a suscitare un vivace dibattito tra gli utenti dei trasporti pubblici milanesi.
Anzitutto a febbraio potrebbe essere applicata la prevista riduzione della frequenza delle corse festive, colpendo alcune linee tranviarie, così avremo attese più lunghe alle fermate nei giorni di festa che arriveranno a 17-20 minuti nelle ore del mattino e a 12-15 minuti nel pomeriggio.
Ma il colpo finale avverrebbe a marzo, così come raccontano alcune voci su ATM, che prevedono una nuova sorte per ben 7 linee tranviarie che saranno modificate o cancellate, in un rimescolamento il cui unico scopo è quello di risparmiare tra i 2,5 e i 3 milioni di euro all’anno.
Per questa “rivoluzione” alcuni quartieri perderanno il collegamento diretto con il Duomo, centro della città e vero «nodo» del trasporto collettivo, dove è possibile (al momento) interscambiare tra linee tranviarie, bus e due metropolitane (la «rossa» e la «gialla»).
A occhio e croce alcune delle linee interessate dovrebbero essere:
2  – soppresso
12 – Roserio-Cairoli (capolinea in via Ricasoli al posto del 19)
15 – Rozzano-Duomo (ritorno del capolinea in Dogana, come era prima del 2003)
19 – Roserio-Negrelli (percorso come era in servizio fino al 1993, sostituisce il 2 nella tratta centro-Negrelli)
23 – Lambrate-Bausan (sostituisce il 2 nella tratta centro-Bausan)
24 – Vigentino-Molise (sostituisce il 12 nella tratta centro-Molise)
27 – Ungheria-Fontana (la tratta centro-VI Febbraio rimane coperta dal 19)
La linea del tram 12, che ha il suo capolinea periferico davanti all’ospedale Sacco, servendo il quartiere Certosa e l’asse di via Mac Mahon, terminerà le corse in largo Cairoli, eliminando il suo percorso tra Lanza, Duomo e Corso di Porta Vittoria.
I jumbo-tram della linea 27, che partono da viale Ungheria e servono i popolosissimi quartieri di via Mecenate e corso XXII Marzo, si fermeranno in piazza Fontana, anziché proseguire per Duomo e piazza VI Febbraio come avviene oggi. Il risultato sarà che gli utenti di questa importante linea da oltre 300 corse al giorno perderanno qualsiasi connessione con la rete della metropolitana.
Ancora, è destinato alla soppressione il tram 2, rimpiazzato da modifiche delle linee 19 e 23.
Se queste voci fossero confermate ci chiediamo quale ne sia la logica di fondo, proprio ora che si era faticosamente riusciti a far prendere più mezzi pubblici a molte persone. Tram stracolmi e attese estenuanti porteranno nuovamente i cittadini a usare le loro autovetture che andranno anche ad inquinare l’aria ulteriormente. Non ci sembra proprio una bella operazione.
Aggiungiamo anche il fatto che, tagliando le linee in questo modo e spezzandole, si perde il concetto stesso di rete e connessione, non incentivando l’utilizzo del mezzo pubblico, né tantomeno migliorando il servizio già oltremodo penalizzato da molteplici fattori, quali i problemi di manutenzione e usura delle rotaie, i limiti (inutili) di distanziamento tra le vetture, i semafori non asserviti, ma da sempre reclamati, le corsie preferenziali cancellate e/o non protette, cosa che di fatto le rende inutili.
Auspichiamo che queste voci riportate non siano confermate; o, nel caso, che il Comune ci ripensi.


(link all'articolo originale: http://blog.urbanfile.org/2017/01/27/milano-trasporti-rumors-sulla-rivoluzione-dei-numeri/ )

29.01.17

Perché a Milano non si è mai deciso di velocizzare il trasporto pubblico di superficie?

La domanda può sembrare retorica, e invece no, non lo è. La motivazione per la quale nel corso degli anni nessuna amministrazione si sia mai fermamente impegnata nella riduzione dei tempi di viaggio dei mezzi pubblici di superficie rimane oscura ai più. Probabilmente anche agli stessi amministratori, che considerano l’argomento una specie di tabù.

Eppure non sono molte le azioni strutturali (si badi al significato dell’aggettivo) che, nella gestione della mobilità urbana, sono in grado di garantire in un sol colpo ampie ricadute positive sia nei confronti dei cittadini che della pubblica amministrazione. Ancora meno sono quelle che, per raggiungere tali positivi risultati, necessitano di un investimento di entità limitata. Le misure di velocizzazione delle linee del trasporto di superficie, in particolare quelle tranviarie, rientrano in questo insieme.

Sebbene la letteratura e le esperienze, a questo proposito, siano molto vaste e – cosa rara – unanimi, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) di Milano (*), in uno slancio di trasparenza senza precedenti, non si è limitato a ribadire che la velocizzazione delle linee di superficie è un intervento sensatissimo, ma ha anche misurato quanto è sensato, arrivando a dire che i vantaggi per la città sono più ampi di quelli che si potrebbero ottenere costruendo cinque nuove linee di trasporto di massa ad alta frequenza (metropolitane).

La velocità commerciale

Come ormai è noto, la velocità delle linee di superficie a Milano è molto bassa. In particolare, la rete tranviaria soffre pesantemente della congestione stradale, dell’assenza di misure volte a privilegiare il transito dei mezzi pubblici nei pressi degli incroci, di un’infrastruttura obsoleta, della presenza di fermate molto ravvicinate. Questo fa sì che la rete tranviaria di Milano abbia la più bassa velocità commerciale d’Europa.

In quanto tempo e a che velocità si percorre, in tram, una distanza di 7,6 km alle ore 8.30 del mattino

Città
Tempo di percorrenza (minuti)
Velocità commerciale (km/h)
Monaco
24
19,0
Goteborg
27
16,9
L’Aia
27
16,9
Francoforte
28
16,3
Berlino
28
16,3
Zurigo
31
14,7
Nizza
32
14,3
Basilea
32
14,3
Amsterdam
32
14,3
Anversa
33
13,8
Rotterdam
33
13,8
Milano
48
9,5


Una velocità commerciale bassa provoca gravi svantaggi. Il primo riguarda i singoli utenti del trasporto pubblico, che impiegano più tempo del necessario per compiere i propri spostamenti; il secondo riguarda la cittadinanza nel suo complesso, che risponde a questa carenza con la disaffezione verso il sistema di trasporto pubblico e il conseguente maggiore utilizzo dei mezzi privati (aumento della congestione stradale); il terzo riguarda l’amministrazione pubblica, che utilizza le proprie risorse in modo inefficiente.

Gli interventi possibili

Il PUMS di Milano pone come obiettivo realistico un aumento medio della velocità commerciale del 30%, da realizzarsi tenendo conto che la stessa velocità andrà via via incrementandosi con l’aumento della distanza dal centro storico (ambito che, per ragioni urbanistiche e di conformazione degli spazi, non permette prestazioni equivalenti a quelle raggiungibili lungo gli ampi viali di periferia): almeno 12 km/h dentro la Cerchia dei Bastioni, almeno 14 km/h nella fascia intermedia tra i Bastioni e la cerchia ferroviaria, almeno 18 km/h esternamente alla cerchia ferroviaria.

Gli interventi da attuarsi per ottenere i valori obiettivo vengono ricondotti alle seguenti tipologie: i) preferenziamento semaforico; ii) protezione dalle interferenze trasversali (corsie riservate); iii) riduzione del traffico lungo gli assi a circolazione promiscua; iv) eliminazione dei vincoli infrastrutturali che impongono rallentamenti; v) revisione della densità e della distribuzione delle fermate.

Non si tratta, al contrario della costruzione di una nuova linea di metropolitana, di “grandi opere”, ma di interventi di piccolo calibro, di estensione limitata, di costo medio-basso e diffusi su tutto il territorio comunale. Il PUMS stima in 300 milioni di Euro l’ammontare complessivo dei lavori infrastrutturali e tecnologici necessari alla rete di superficie (per confronto, si tenga conto che il costo di costruzione della nuova linea M4 è di 1,8 miliardi di Euro, sei volte tanto).

I benefìci attesi

La valutazione dei benefici sorprende anche i più ottimisti. I vantaggi per gli utenti in termini di surplus (differenza tra benefici attesi e costi sostenuti) ammonterebbero a 221 milioni di Euro ogni anno, distribuiti sia sugli utenti abituali del trasporto pubblico – i quali possono spostarsi più velocemente, ovvero risparmiare tempo negli spostamenti – che su quelli futuri – ovvero coloro che, grazie a mezzi pubblici più veloci, abbandonano il mezzo privato perché meno conveniente. I benefici riguardano anche gli automobilisti incalliti, poiché lo spostamento modale di una moderata quota di persone dal mezzo privato a quello pubblico permette automaticamente di liberare le strade dal traffico, agevolando anche gli spostamenti sulle quattro ruote.

Infine, tutt’altro che trascurabili sono i benefici per la pubblica amministrazione. L’aumento della velocità commerciale del 30% sulla rete di superficie permetterebbe al Comune di Milano un risparmio annuale stimato in 23 milioni di Euro sui costi di esercizio, liberando dunque risorse per eventuali aumenti dell’offerta di trasporto.

Il tema è attualissimo. La recente decisione del Comune di Milano di sopprimere, nelle notti precedenti ai giorni feriali, ben dieci linee notturne di autobus (**) per finanziare l’anticipo di circa 30 minuti dell’inizio del servizio sulle quattro linee metropolitane, ha riportato sotto le luci della cronaca il tema delle risorse scarse che affligge – per la verità in tutta Italia – il settore del trasporto pubblico locale. L’amministrazione milanese ha scelto, per questo 2017, di riorganizzare l’offerta di trasporto pubblico senza aumentare le risorse messe a disposizione per la fornitura del servizio ATM, attuando il principio della “coperta corta”: per consentire l’anticipo degli orari della metropolitana è stato necessario sopprimere le linee notturne, per fornire un servizio di autobus nei nuovi quartieri ora sguarniti si dovranno ridurre le frequenze nei giorni festivi, e così via.

A questo punto il lettore non farà certo fatica a chiudere il cerchio. Se con interventi diffusi e a costi del tutto abbordabili è possibile risparmiare tempo, agevolare gli utenti del trasporto pubblico, aumentare l’offerta, diminuire il traffico e ridurre drasticamente i costi di gestione del sistema, perché a Milano non si è mai deciso di velocizzare il trasporto pubblico di superficie?


Ivan Uccelli
13.1.17

(*) Redatto per volere dell’Amministrazione Pisapia, in aggiornamento al PUM 2001 vigente, ma mai approvato dal Consiglio Comunale. Il PUMS è comunque consultabile sul sito del Comune di Milano.

(**) Le linee soppresse venivano utilizzate – sono dati dell’Assessorato – da non meno di settemila viaggiatori ogni settimana.