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Grecia, un disastro ferroviario terribile e annunciato

Quella che segue potrebbe essere una barzelletta macabra, ma è una storia molto reale e, soprattutto, emblematica di questa Grecia neoliberista e fatiscente della prima metà del XXI secolo. 
Le responsabilità della Troika UE/FMI. Il ruolo delle Ferrovie dello Stato italiane


di Yorgos Mitralias
(Tratto da refrattario.blogspot.com)

Solo poche ore prima del terribile disastro ferroviario del 28 febbraio, il presidente del sindacato dei macchinisti greci Kostas Genidounias ha commentato la visita che il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis avrebbe fatto il 1° marzo, cioè il giorno dopo il disastro, al "Centro per il controllo remoto e la segnalazione della rete ferroviaria greca settentrionale" a Salonicco: "Ho appena letto su un sito web che Mitsotakis sarà domani al Centro per il controllo remoto e la segnalazione della rete ferroviaria greca settentrionale. Qualcuno sa dirci dove si trova il centro di segnalazione e telecontrollo e dove opera nella Grecia settentrionale? A Drama non c'è, dopo Platy fino a Florina linea unica, mentre verso Atene è tutto spento, dopo la tx1 rossa, in funzione Sindos, la linea per Strymonas una giungla. Cosa stiamo vivendo?"

Insomma, inaugurando la sua campagna elettorale, Mitsotakis voleva esibire l'ennesimo risultato del suo governo a Salonicco. Solo che questo risultato non esiste, è del tutto immaginario! E soprattutto che proprio la sua inesistenza ha causato il più grave disastro ferroviario (57 morti) della storia del paese!

Eccoci dunque al cuore di questa nuova tragedia greca, all'inesistenza di quella che è la più elementare garanzia di sicurezza per qualsiasi trasporto ferroviario. Ma per capire il motivo di questa stupefacente mancanza di un sistema di segnalamento, dobbiamo risalire alla privatizzazione delle ferrovie greche imposta dalla famigerata troika UE/FMI quando la Grecia è stata posta sotto amministrazione fiduciaria. Una privatizzazione che - come tutte le privatizzazioni di aziende pubbliche - aveva un solo obiettivo: privatizzare i profitti e socializzare le perdite dell'azienda. Questo ha significato offrire al settore privato, quasi gratuitamente, la gestione della rete ferroviaria, che genera profitti, e lasciare al settore pubblico le infrastrutture, che generano solo perdite!

Se ci fermassimo a questo richiamo, dovremmo concludere che l'unico responsabile del disastro ferroviario è lo stato greco, a cui appartiene l'OSE (Organizzazione delle Ferrovie Greche), che ha il diritto esclusivo di gestire l'infrastruttura, e quindi il sistema di segnalamento della rete ferroviaria. Tuttavia, la realtà è ben diversa. Innanzitutto, l'acquisizione dell'esercizio delle ferrovie greche da parte del settore privato (nella fattispecie, il "Treno Ellenico" delle italiane Ferrovie dello Stato) è costato solo 45 milioni di euro, quando il suo valore reale era di oltre 300 milioni di euro! E come se questo scandalo non bastasse, lo stesso stato greco si è impegnato nel 2022 a sovvenzionare Hellenic Train con 50 milioni di euro all'anno per incoraggiarlo a gestire anche le linee non redditizie, compresa quella che collega Atene a Salonicco, che è più che redditizia! E l'ironia è che i governi greci che si sono succeduti hanno preteso di privatizzare le ferrovie... per non doverle più sovvenzionare!

Il risultato è sconcertante: dopo questa vera e propria svendita delle ferrovie greche, l'OSE è disorganizzata e costretta a operare drastici tagli al suo bilancio, il che significa più licenziamenti e meno assunzioni, meno formazione, meno manutenzione di attrezzature e infrastrutture e meno investimenti. E naturalmente non è un caso che il sistema di segnalamento ferroviario, che funzionava senza problemi fino al 2010, abbia cessato di esistere a partire da quello stesso fatidico 2010, che ha visto la comparsa della famigerata Troika e dei suoi memorandum, e l'inizio dell'amministrazione fiduciaria della Grecia. Tutto questo, unito alle successive sconfitte e frustrazioni del popolo e, soprattutto, al marciume del sistema politico, alla corruzione del personale politico e alla decadenza dello stato, che sono il risultato delle politiche neoliberiste perseguite da tutti i governi di destra (Nuova Democrazia), di sinistra (Syriza) e di centro-sinistra (PASOK) degli ultimi 40 anni, portano dritti a disastri come quello che abbiamo appena vissuto... e agli altri che seguiranno. Inevitabilmente...

Inoltre, abbiamo appena appreso che la guida alla cieca dovuta alla mancanza di un sistema di segnalazione non è prerogativa dei soli macchinisti greci. Infatti, i conducenti della metropolitana e della RER della capitale greca, approfittando del clamore suscitato dal disastro ferroviario, stanno denunciando che l'ultimo tratto della linea che porta all'aeroporto Venizelos di Atene è crudelmente privo di segnaletica (!) e che, in barba alle loro proteste, la società privata che lo gestisce fa finta di niente e lascia che ciò accada. Ovviamente, è un miracolo che non si siano ancora verificati disastri simili a quello del 28 febbraio nella capitale greca...

Dieci giorni fa, l'ultimo rampollo della venerabile dinastia politica dei Karamanlis, il ministro dei Trasporti Kostas Karamanlis, che si è appena dimesso, ha castigato in parlamento un deputato di Syriza per aver osato mettere in dubbio la sicurezza delle ferrovie greche. Karamanlis ha definito "vergognosa" e "ipocrita" la domanda del povero deputato di Syriza, prima di ricordare che il numero di incidenti ferroviari in Grecia è il più basso d'Europa. Il ministro non ha mentito, ma ha dimenticato di dire che la Grecia ha la rete ferroviaria meno sviluppata e densa d'Europa, che si riduce a quasi una linea, quella tra Atene e Salonicco.

In effetti, la maledizione delle ferrovie greche non è né nuova né vecchia. È molto più antica e ha fatto sì che il paesaggio ferroviario greco ricordasse il selvaggio West dei vecchi film americani, almeno fino a una ventina di anni fa. Vecchie locomotive, vecchie stazioni del XIX secolo, elettrificazione appena iniziata e non ancora completata nemmeno sulla linea Atene-Salonicco! Perché tutto questo? Perché all'inerzia e al conservatorismo della burocrazia statale greca si è rapidamente aggiunta l'ostruzione organizzata dalla "lobby dell'asfalto", che ha fatto sì che il trasporto di merci - ma anche di passeggeri - sia sempre stato quasi monopolizzato in Grecia dagli autotrasportatori.

La nostra conclusione sarebbe quindi del tutto pessimistica se non fosse per il raggio di speranza rappresentato dalle massicce manifestazioni di una certa gioventù greca che sono iniziate all'indomani del terribile disastro ferroviario del 28 febbraio e che continuano fino ad oggi. Manifestazioni che tendono a diffondersi e che proclamano a gran voce che "la privatizzazione uccide" e soprattutto "i nostri morti prima dei loro profitti"! Forse, questa volta, la goccia di rabbia popolare farà ribollire la pazienza che dura da troppo tempo...







Il decreto sicurezza che ci vorrebbe

I reati sono in calo costante da anni ma il nostro governo basa la sua politica del consenso tutto sulla paura e la fobia dei "crimini", tipo quello di non avere documenti validi, o di essere poveri e pertanto in situazione indigente.

Nel frattempo i crimini vengono commessi ad alto livello incessantemente, e non ci riferiamo solo a 49milioni di euro rubati da un partito di governo e scaglionati in 80 comode rate annuali dall'altro partito di governo, ma ci riferiamo alla mancata cura e attenzione del patrimonio pubblico, cosa che porta inevitabilmente anche a risvolti drammatici.



Strage di Pioltello: "Usura e scarsa manutenzione su 3 km di rotaie "
Nella relazione tecnica degli esperti nominati dalla Procura anche la scoperta di testate allentate 400 metri prima del "punto zero"

Foto Ansa


Le cattive condizioni nelle quali si trovava il giunto nel cosiddetto "punto zero", ma anche altri e notevoli problemi di usura e di scarsa manutenzione su un tratto ferroviaro di circa 3 chilometri: questo è quanto contengono le prime relazioni tecniche depositate dagli esperti nominati dalla Procura di Milano per accertare le cause del disastro di Pioltello dove lo scorso 25 gennaio un pezzo di rotaia di 23 centimetri si staccò, facendo deragliare il treno 10452. Morirono 3 persone, i feriti furono una cinquantina.

Nei mesi scorsi nelle relazioni degli esperti sui cosiddetti "accertamenti irripetibili", alla presenza dei legali di indagati e persone offese, erano già venuti a galla alcuni dettagli sul cattivo stato del giunto collocato nel "punto zero", quello dove si spezzò una parte di rotaia. Ora si scopre di più: gli esperti, secondo quanto mostrato dal Tg3 Lombardia, anche attraverso diverse fotografie avrebbero verificato che già 400 metri prima del punto critico erano presenti delle "testate allentate", simili a quelle della giuntura sopra la quale è avvenuto l'incidente.
Nella rotaia del giunto incriminato, poi, sempre stando ai consulenti dei pm, erano presenti anche una crepa e un "foro ovalizzato". Infine, anche il giunto 'gemello', ossia quello collocato alla stessa altezza sull'altra rotaia, presentava, stando alla consulenza e come era già emerso dalle analisi, un problema di usura, tanto che nella rotaia sarebbe stata individuata una crepa di circa 3 millimetri.

Le cattive condizioni del giunto, sotto il quale era stata anche collocata una zeppa 'tampone', stando alle indagini, sarebbero state segnalate mesi prima dell'incidente, ma l'intervento di sostituzione sarebbe stato programmato in tempi troppo lunghi. Nell'inchiesta con al centro le accuse di disastro ferroviario e omicidio colposo sono indagate 8 persone: due manager e quattro tecnici di Rete ferroviaria italiana e due manager di Trenord, oltre alle due società.

Articolo originale



Milano, 18.12.18

Pioltello: il disastro si poteva evitare. Sicurezza, percepita o reale?

Fino adesso non abbiamo scritto niente sul tremendo disastro ferroviario avvenuto a Pioltello per aspettare che tutti gli elementi legati alla vicenda vengano chiariti e poterne quindi trattare a rigor di logica.

Una cosa nel frattempo ci viene spontanea dire: ma a forza di intendere il termine "Sicurezza" solo ed esclusivamente riferito (e abusato) nei confronti di chi commette reati, più o meno gravi, non è che ci siamo dimenticati il suo reale significato?

Pubblichiamo il seguente articolo che parla proprio di sicurezza, ma una sicurezza non facilmente strumentabile per fare campagne allarmistiche a fini elettorali o politici, bensì quella sicurezza il cui significato ci hanno fatto dimenticare.

Forse abbiamo bisogno di meno campagne (altamente sovraesposte) contro il "baubau cattivo sempre in agguato", e più campagne di prevenzione (tremendamente sottaciute) per tutelare la nostra salute sia quando viaggiamo, che quando lavoriamo, che in tutti gli altri aspetti che fanno parte della nostra vita in comune nella società.

E magari vedremmo in giro meno post indignati per un barbone che dorme in tram e finalmente più gente che richiede il rispetto dei diritti di tutti.



Perché è deragliato il treno a Pioltello
29.01.2018 - Movimento No Tav - Redazione Italia

Il treno non era dotato di sistema anti deragliamento

I Comitati popolari contro le Grandi Opere (No TAV della Valle Susa e No Tunnel TAV di Firenze) richiamano l’attenzione dei mezzi di informazione sul deragliamento del treno di pendolari a Pioltello.

Il grave incidente ferroviario avvenuto il 25 gennaio 2018 su una linea utilizzata da lavoratori, studenti e pendolari, sollecita ancora una volta la necessità di investire prioritariamente sulla sicurezza della circolazione dei treni su tutta la rete ferroviaria.

La Magistratura e le perizie individueranno forse la causa prima del deragliamento del treno.

Ciò che inquieta è che tutti i treni, ivi compresi quelli dei pendolari, non siano ancora attrezzati con il sistema anti deragliamento che costa meno di mille euro per vagone [1].[2]

Questi “rilevatori di deragliamento” fermano immediatamente il treno in caso di fuoriuscita dai binari anche di un solo carrello. Se le carrozze del treno di Trenord avessero avuto questo apparecchio, il deragliamento del treno sarebbe avvenuto a bassa velocità. Ma Trenord quando pensa alla sicurezza dei passeggeri installa delle telecamere sui treni nuovi, come scrive il Corriere della Sera il 16 novembre 2016[3].

La necessità di installare sui treni questo importante sistema di sicurezza è già stato posto dall’Associazione dei familiari delle 32 vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009, che da anni richiede che questo apparecchio sia installato anche sui treni merci, oltre che sui treni regionali e passeggeri.

Il P.M. Salvatore Giannino[4], durante la requisitoria del processo per il disastro ferroviario di Viareggio che provocò 32 vittime, ha parlato dell’antisvio, quel sistema che, applicato su ogni vagone, segnala immediatamente il deragliamento, fermando il convoglio.

La sicurezza è un diritto di tutte e tutti al di là di qualsiasi logica economica e di profitto: il Movimento No TAV e il Comitato No Tunnel Tav hanno chiesto ancora una volta con forza che si investa in sicurezza e manutenzione, invece che in grandi opere inutili e dannose, come il tunnel di Base di 57 km sulla Torino Lione e il tunnel sotto la città di Firenze.

Fermiamo lo spreco di denaro pubblico!

(articolo originale)



Milano, 30.1.18