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COSTI e VANTAGGI fra Tram e Metrò

Se chiediamo a qualunque milanese che mezzo pubblico preferirebbe avere sotto casa fra tram e metrò non potremmo che ricevere una risposta: “il metrò!”.
Questo fatto è tanto vero quanto il fatto che non sarà possibile esaudirlo, tranne che in pochissimi casi e nel corso di molto tempo, per ovvi motivi di costi.
La spiegazione di una risposta così categorica è da ricercare, oltre che per gli assodati vantaggi del mezzo sotterraneo, anche per la tragica situazione in cui si trova la rete dei mezzi di superficie a Milano, lasciata a languire, se non proprio ostacolata, nell’aspetto più importante: la velocità e puntualità di esercizio.
Tutte le giunte comunali succedute negli ultimi anni si sono sempre guardate bene da fare quello che in moltissime città di tutto il mondo era prassi: aggiornare e rendere efficiente il trasporto pubblico nel suo complesso, anche in base a costi/benefici. Se osserviamo cosa succede all’estero scopriremmo che negli ultimi vent’anni c’è stato un fortissimo incentivo e “riscoperta” del mezzo su ferro in superficie per la sua economicità in rapporto alle ottime prestazioni che può dare se realizzato e gestito secondo determinati criteri (Corsie protettesemafori asserviti e poco altro).
Non c’è niente da inventare, è molto semplice, basterebbe copiare quello che fanno gli altri, funziona ed è tranquillamente alla nostra portata sotto tutti i punti di vista.
Una moderna tranvia è circa dieci (10) volte più economica da costruire rispetto a un (1) metrò, e se realizzata in modo corretto riesce a garantire tempi di percorrenza che su i brevi e medi tragitti competono con quelli del metrò. Una linea di tram concepita e gestita come fanno, per esempio, in Germania o in Francia, spesso raggiunge i 20/22 km/ora commerciali (a Milano la media è di 9/10 km/ora, meno della metà!) e se consideriamo che la velocità commerciale del metrò è di 30 km/ora si capisce quanto il rapporto costi/benefici diventa interessante.
(rimandiamo alla sezione Link Utili per l’approfondimento degli aspetti tecnici, segnalando l’ottimo e dettagliato dossier)
E allora perché non farlo? Semplice, è troppo poco dispendioso per le casse pubbliche, “vacca grassa” da spremere per le imprese private che operano nel settore.

Un esempio di come si crea debito pubblico e profitti per pochi privati, senza che i cittadini ne abbiano un vero vantaggio, è la nuova linea M5 nel tratto Zara-Fulvio Testi.
Una strada larghissima, rettilinea, con già presente una linea tranviaria che corre in sede protetta e che bastava aggiornare con alcuni accorgimenti (semafori asserviti e poco altro) per una spesa che non è di un decimo del costo del metrò ma molto molto meno (con il costo di un metrò costruisci ex novo 10 moderne linee di superficie compreso l’acquisto dei mezzi, in questo caso si trattava solo di adeguare la linea)!
Una spesa che non ha giustificazione di nessun tipo se non, come dicevamo, quello di far guadagnare qualche azienda e di far fare bella figura a qualche politico.
Stesso discorso può valere per la progettata linea M4 Linate-centro città che per le caratteristiche del percorso sarebbe assolutamente indicata per essere gestita in superficie.
E’ anche così che si crea debito pubblico che poi viene scaricato interamente sui cittadini.
Spontanea sorge una domanda, ma se non l’abbiamo chiesto noi di procedere con questa gestione scellerata che non va a nostro vantaggio, anzi, gli unici che hanno da guadagnarci sono le imprese private che vincono gli appalti e qualche politico che se ne guadagna la riconoscenza, ma allora perché oltre ad avere un servizio scarso e costoso, dobbiamo anche pagare i danni economici che ne conseguono?
Il certe situazioni anche il metrò può essere una scelta giusta, ma bisognerebbe cominciare prima di tutto da una buona rete tranviaria, frequente, regolare e capillare, che in questo modo può funzionare meglio di una rete di poche e costose linee metropolitane.  
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Valutazione dei costi a confronto:
Vediamo ora velocemente da un punto di vista esclusivamente economico, ossia di quanto andremo a pagare col biglietto e le tasse, le differenze fra un moderna linea di tram e un metrò.
Iniziamo con escludere i costi che i due sistemi hanno in comune, ossia la costruzione e la manutenzione dell’armamento ferroviario (binari, linea di contatto, etc), dei mezzi, e dei sistemi di controllo (semafori, rete telematica, etc).

Oltre a questo per costruire e far funzionare una metropolitana è necessario anche:
- scavare e costruire le gallerie
- scavare e costruire le stazioni
- costruire le scale
- costruire le scale mobili
- costruire gli ascensori
- posare i rivestimenti dei muri e dei pavimenti
- costruire gli impianti tecnici, come i sistemi di drenaggio delle acque, della ventilazione, elettrico, etc…
- installare migliaia di lampade per l’illuminazione
- etc…
In pratica è come costruire dei grandi palazzi ma sottoterra e collegarli con delle gallerie.
A questi costi iniziali bisognerà aggiungere i costi che negli anni avremo da sostenere costantemente in energia elettrica e per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli ambienti.
Inoltre c’è un costo che non viene mai considerato, cioè il >costo ambientale<.
Per costruire, manutenere e far funzionare tutti questi grandi spazi occorre un determinato e costante consumo di energia, che significa produzione e rilascio nell’atmosfera di co2.
Tutti costi che anche la più sofisticata moderna tranvia non ha! 
Le stazioni solitamente sono composte da un marciapiede lungo 30 mt e da una pensilina illuminata da un paio di neon e i tragitti fra una fermata e l’altra sono fatti di… aria.

(leggi anche Metro vs Tram, alcune precisazioni)

M5, se va bene il guadagno è privato, se va male le perdite sono pubbliche

METRO 5: UNA ACQUISIZIONE SBAGLIATA DELLE FS
Levare le castagne dal fuoco di Astaldi. La favola bella del Project Financing
8 febbraio 2017 by Dario Balotta

(Articolo tratto da: http://www.arcipelagomilano.org/archives/45501)


Ha destato una certa sorpresa la recente acquisizione, ben 69 milioni di euro, del controllo della metro 5 di Milano. Ciò ha fatto ancor più scalpore perché in questi giorni è riesploso il grave problema degli 800 metri di curva in galleria tra le stazioni di Zara e di Garibaldi.
Sulla nuovissima linea della metro 5 i binari, a causa dell’usura dovuta al transito dei treni vengono erosi sia i binari che le ruote dei convogli. A meno di due anni dall’apertura della linea, si sono già avuti diversi e costosi interventi di manutenzione (assolutamente anomali rispetto alle caratteristiche tecniche della metro in galleria).

La prima sostituzione dei binari risale, infatti, all’inizio di agosto del 2015, poi nel maggio del 2016 e ora siamo al terzo intervento con la nuova sostituzione dei binari e conseguenti disservizi derivanti della sua chiusura per alcuni giorni.

Ansaldo Breda, Atm, Alstom, Hitachy Rail Italy fanno parte della compagine azionaria della Metro 5 con Astaldi (36,7%), maggiore azionista e mandataria (responsabile del progetto).
La progettazione, la costruzione del manufatto e la posa dei binari sono state realizzate dal costruttore Astaldi, che ha ceduto la sua quota e quindi il controllo alle FS, mentre all’ATM spetta la gestione dei treni e all’Ansaldo la realizzazione del segnalamento del sistema di circolazione. Con questa grave e costosa anomalia, non sorprende tanto che Astaldi abbia messo in vendita la sua quota del 36,7%, ma piuttosto che le FS prontamente si siano precipitate all’acquisto per un non trascurabile prezzo di 69 milioni di euro.

Le FS si sobbarcheranno anche tutti i costi delle controversie contrattuali e i sicuri oneri futuri del cattivo funzionamento dell’infrastruttura. L’acquisizione non ha alcuna logica, visto che l’opera è già stata realizzata con un molto discutibile Project Financing, avrebbe dovuto evitare un apporto di risorse pubbliche molto oneroso, di circa un miliardo di euro. Sembra essere una operazione di facciata per far apparire le FS grandi imprenditori con i soldi pubblici. È la prima volta che nel portafoglio di FS Italiane entra una metropolitana di una grande area urbana, la M5 di Milano. Un altro tentativo è in corso da parte di RFI (gruppo FS) con la rete della Ostia-Roma, che però è stato però impugnato dalla RATP di Parigi. Essa pretende, giustamente, che l’assegnazione venga affidata tramite gara.

Le FS sostengono che queste operazioni rispondano alla strategia del Gruppo finalizzata a creare un sistema di infrastrutture e servizi integrati che facilitino la mobilità collettiva anche nelle grandi città. Dalla metropolitana d’Italia a un nuovo grande progetto per le aree metropolitane, dicono le FS. In realtà le FS, cioè lo Stato, acquistando questa partecipazione, si accollano tutto il rischio dell’opera, come se fosse stata realizzata con un appalto tradizionale. In tal modo si ribalta la logica del ricorso al Project Financing: invece che minimizzare le risorse pubbliche impegnate e non far ricadere l’investimento nel Patto di Stabilità, si salva un privato dal farsi carico di un suo errore di progettazione e di un costo sicuro, spostandolo tramite le FS a carico del bilancio pubblico cioè dello Stato.

Mentre le FS gettano via 69 milioni, rischiano di essere chiusi, ad aprile, 11 km di rete ferroviaria (tranviaria ndr) tra la M3 Comasina e Limbiate perché non si trovano 58 milioni per la ristrutturazione e ammodernamento del materiale rotabile (del 1941). L’authority della sicurezza ferroviaria ha già fatto sapere che mancano i requisiti di sicurezza e quindi ad aprile potrebbe essere chiusa. In realtà i motivi ci sono tutti visto che i 7 tram bloccati (costituiti da 2 motrici e una rimorchiata intermedia) sono stati costruiti nel 1941 e rimodernati nel 1982. In tali precarie condizioni di sicurezza, si muovono sulla linea quasi 7mila pendolari al giorno. Resta inspiegabile, viste anche le continue emergenze ambientali, il motivo di tanta trascuratezza e incertezza nel rilanciare un pezzo di metro-tranvia storica quando l’ammodernamento e i successivi ridotti costi di gestione potrebbero dare un forte contributo allo sviluppo della mobilità sostenibile e della sempre dimenticata rete di trasporto pubblico metropolitano.


10.2.17

"Metropolitana, è allarme fondi"

Il 9 settembre il Corriere.Milano titolava  così:
"Metropolitana, è allarme fondi. Parte la caccia agli sponsor"

"…Doveva essere la soluzione per non ritoccare di nuovo il costo del biglietto. Un modo di finanziare il trasporto pubblico. In un momento in cui le casse di Palazzo Marino boccheggiano e i costi del servizio (leggasi nuove linee del metrò) sono invece in costante aumento. Si chiama «naming». Tradotto: soldi freschi dagli sponsor interessati a battezzare con il proprio logo le stazioni della metropolitana…"

E Repubblica.it titolava:
"Metrò 4, a Milano il cantiere si fermerà durante l'Expo: l'apertura slitta al 2022"

Nero su bianco la constatazione di un errore di fondo: puntare tutto e solo sulla costrzione di nuove metropolitane (in una città che per le sue caratteristiche sarebbe adatta a sviluppare anche soluzioni estremamente più economiche che, se realizzate in modo rigoroso, possono essere altrettanto efficienti).

Si continua a investire esclusivamente in "grandi opere", infrastrutture pesanti, lunghe e costose da costruire e costose da mantenere, frutto di scelte non sempre giustificabili da un punto di vista trasportistico, com'è il caso eclatante della M5 in viale Zara e com'è anche il caso della M4 perlomeno sul tragitto Linate-centro città.

Sembra strano che ci possano essere alternative al metrò? Comprensibile, ma inesatto:


Metrò vs tram. Alcune precisazioni.

Ci hanno convinti che l'unica possibilità per muoversi efficacemente con il trasporto pubblico in città è col metrò e nient'altro, ma non è così, potrebbe non essere così, prova concreta è quello che succede in moltissime altre città del resto del mondo, dove la gestione intelligente e non penalizzante dei mezzi di superfice permette un efficienza che, appunto, noi facciamo fatica anche solo a immaginare.

Non siamo "contro il metrò", anzi, per le sue caratteristiche può essere la scelta giusta in ben determinate situazioni, ma può essere sbagliatissima in altre (esempio).

Una linea di metrò costa circa 10 (dieci) volte una moderna ed efficiente linea di tram, per questo motivo bisognerebbe valutare bene se è veramente necessaria e se ci sono i requisiti per giustificarne la costruzione.
Pensiamoci, con le risorse impegnate per fare 1 metrò si potrebbero costruire 10 efficienti linee di superfice, che per una città delle dimensioni di Milano sarebbero sufficienti per stravolgere completamente la mobilità cittadina, rendendo possibile da subito muoversi velocemente e con puntualità con i mezzi pubblici.

Iniziamo a sfatare un luogo comune: il tram è lento.
Questo è genericamente vero solo per quella che può essere la nostra esperienza a Milano, dove le linee tranviarie vengono, più o meno consapevolemente, gestite nella maniera più assurda possibile, ma la realtà dei trasporti delle città di mezzo mondo stanno li a dimostrare che tecnicamente è fattibile fare molto diversamente in modo relativamemente semplice nonchè economicamente vantaggioso (e in tempi di crisi non farebbe male utilizzare i soldi delle nostre tasse nel modo più oculato possibile…)!

Per ottenere puntualità e velocità basterebbe applicare i tre provvedimenti principali che proponiamo (corsie protette, semafori asserviti, abolizione del "distanziamento tranviario") che sono alla base di una gestione efficiente.

L'abbiamo già scritto in altre parti di questo sito, ma lo ricordiamo:
adesso a Milano i tram hanno una velocità commerciale mediamente di 10km/ora
l'esperienza di altre città ci dimostra che potrebbe essere portata a 20-23km/ora
che paragonata alla velocià commerciale del metrò, che è di 30km/ora, spiega il vantaggio costo/ prestazioni.

Ma spieghiamolo anche in un altro modo, con un esempio, e facciamo un paragone del tempo e, in proporzione, del "costo" che comporta andare da un ipotetico punto ad un'altro.
(per costo non intendiamo il biglietto ma il costo complessivo, pagato sempre da noi con le nostre tasse oltre che col biglietto, che occore per una linea di tram piuttosto che un metrò, che come dicevamo è di 1 a 10)
in tram (com'è adesso):                 1 ora - costo 1
in metrò:                               20 minuti - costo 10
in tram (come sarebbe):          30 minuti - costo 1

Insomma, immaginate di essere su un tram che procede senza impedimenti perchè viaggia in sede riservata e con i semafori asserviti, e non si ferma praticamente mai se non per fare le fermate. Inizia ad assomigliare un po' a un metrò, no? Per questo un tram del genere viene anche definito "metrotranvia" (da non confondere assolutamente con quelle che sono state definite così a Milano ma che non hanno i necessari requisiti per esserlo, e difatti non lo sono).

Ma allora perchè le varie amministrazioni succedutesi, di destra e di centrosinistra, hanno puntato tutto soltanto sul metrò senza fare niente per utilizzare altre soluzioni?

Ci sono varie risposte possibili:
- sicuramente per una questione di "cultura dei trasporti" vecchia e non aggiornata
- poi per la banale intenzione di fare la cosa più popolare e che porta più voti
- ma soprattutto per l'influenza che il potere economico nella nostra società sa esercitare sul potere pubblico, piegandolo ai propri interessi.

Se no perchè boicottare in modo quasi plateale la rete di superficie, per esempio col demenziale e non necessario "distanziamento tranviario"?
Per convincerci che non c'è alternativa a grandi opere come i metrò (che fanno guadagnare grandi soldi, i nostri, alle imprese che li costruiscono).

(leggi anche: COSTI e VANTAGGI fra Tram e Metrò)


Milano, 17.09.14

Sprechi: viale Zara, lavori lasciati a metà, uguale a soldi buttati

Nelle foto che pubblichiamo in questa pagina mostriamo lo stato in cui si trova da ormai diversi anni la corsia del tram in viale Zara.

Come si può vedere la posa delle mattonnelle che consentirebbero ai mezzi di soccorso di percorrere la corsia del tram è stata iniziata ma mai finita, ottenendo in questo modo due effetti negativi: la corsia non può essere percorsa dai mezzi di soccorso, ma soprattutto i tratti mancanti rendono tutte le spese sostenute per realizzare i tratti terminati completamente inutili. Ovvero soldi pubblici buttati dalla finestra.

Forse in una strada larga come viale Zara questo intervento non sarebbe stato così indispensabile, ma costruirlo a pezzetti scollegati è sicuramente peggio che non costruirlo per niente.

E cosa vogliamo dire, sempre in viale Zara, delle nuove banchine in cui non sono mai state installate le pensiline? La situazione è rimasta congelata così, con la rete arancione, per un bel po' di tempo.

Adesso e' stata tolta la protezione provvisoria arancione che si vede in foto e completata la balaustra verde, il che verosimilmente significa che la pensilina non sara' piu' installata...

Non ci sono i soldi per le pensiline? Ah già, li hanno spesi tutti per scavare la M5… ma forse bastavano anche solo quelli buttati via con la posa inconclusa delle mattonelle per il passaggio dei mezzi di soccorso.







Evidentemente ci prendono in giro...

Nuova fermata del tram a Garibaldi FS in corrispondenza con le uscite del metrò, notare nella foto la costruzione di servizio di M5 collocata esattamente davanti alla pensilina del tram...

Com'è possibile che succeda una cosa del genere? Un progetto esecutivo c'era per forza, allora è stata coscientemente sacrificata la fermata del tram per lasciare posto al comignolo di M5?

Soldi non ci sono mai per far niente di utile, ma per fare scherzi di questo genere saltano fuori.

Oppure non è uno scherzo, allora è un esempio di come sono affrontate e tenute in conto le infrastrutture per i trasporti pubblici.

In tutti i casi il voto è zero.

(l'articolo dal quale è tratta la foto: http://blog.urbanfile.org/2013/11/19/zona-porta-garibaldi-quei-comignoli-della-m5/ )

“Un buco da 100 milioni”

30.09.13 – “Un buco da 100 milioni”
In un articolo sul  Corriere.it l’assessore ai trasporti del comune di Milano, Maran, dice riferendosi alla M5: «Sta indebitando una generazione… “.
Ecco, appunto, un’opera fatta nel posto sbagliato, viale Zara, che la rende poco utile ma soprattutto dannosa per le casse pubbliche, quando si poteva ottenere un servizio ad altissima efficienza adeguando la linea di superficie esistente (con pochi ed economici accorgimenti) con un investimento che al confronto è millesimale.
E adesso si sta ripetendo esattamente lo stesso copione con la tratta in costruzione della M4.
Sarebbe troppo tardi per pensare a una riconversione a metrotranvia di superficie? Vista la gravità della crisi e di come questa alla fine è interamente pagata da tutti noi lavoratori e contribuenti, sarebbe l’unica cosa sensata da fare per un'amministrazione che si proponesse di stare fino in fondo dalla parte dei suoi cittadini.