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Il trasporto pubblico a Milano potrebbe essere tutta un’altra cosa…

Il trasporto pubblico di superficie potrebbe essere molto più efficiente di come lo conosciamo qui a Milano, e per farlo basterebbero pochi provvedimenti economici e di rapida attuazione.

Non ci sarebbe niente da inventare, basterebbe copiare cosa fanno nel resto del mondo.

1- CORSIE PROTETTE

che proteggano fisicamente la marcia del tram dal traffico e ostacoli di vario genere (posteggi in doppia fila, etc)

2 - SEMAFORI ASSERVITI

che danno il verde al sopraggiungere del tram (facendo risparmiare anche il 50% di tempo di percorrenza), che nei tragitti brevi o medi può così diventare competitivo anche rispetto al metrò

3 - ABOLIZIONE dell'assurdo DISTANZIAMENTO di 30 metri fra tram alla fermata, norma che esiste solo a Milano e che porta a rallentare gravemente e in modo del tutto ingiustificato il nostro viaggio.

A Milano la velocità commerciale dei tram è mediamente di circa 10km all’ora mentre, per esempio, in Francia o in Germania spesso raggiunge i 20-22 km/ora. 


Considerando che la velocità commerciale del metrò è di 30km/ora risulta chiaro che migliorando l’efficienza della fitta rete di trasporto pubblico di superficie si cambierebbe faccia alla mobilità in città, rendendo la possibilità di spostarsi in modo veloce e puntuale una realtà invece che una, spesso, vana speranza, ottenendo inoltre un grosso risparmio economico e degli enormi vantaggi ambientali per tutta la collettività.

Questi provvedimenti che chiediamo, e presentiamo in questo sito, sono molto concreti e assolutamente fattibili sotto tutti i punti di vista, bisogna pretendere che l'amministrazione pubblica li recepisca.

1 - CORSIE PROTETTE

L’adozione di corsie fisicamente protette con marciapiedi, cordoli o su manto erboso, e quindi non solo “preferenziali” con una riga di vernice gialla, ha diversi innegabili vantaggi:
- Il primo è che permette al mezzo pubblico di procedere costante e veloce senza “incagli” e code di nessun tipo, anche in barba al traffico, con notevole aumento della puntualità e della velocità.
- Il secondo è di tipo economico. Una maggior velocità di copertura del percorso fra un capolinea e l’altro permette di aumentare le frequenze senza l’onere di costi aggiuntivi per nuovi mezzi e personale aggiuntivo.
- il terzo è dato dal fatto che l’unica maniera per diminuire i danni dell’inquinamento da automobili è che ci siano in giro… meno automobili. Le corsie oltre a migliorare molto l’efficenza del trasporto pubblico, permettendo lo spontaneo trasferimento dell’utenza dal mezzo privato a quello pubblico, può permettere in alcuni casi di creare zone pedonali o comunque interdette al traffico.

COSTI e VANTAGGI fra Tram e Metrò

Se chiediamo a qualunque milanese che mezzo pubblico preferirebbe avere sotto casa fra tram e metrò non potremmo che ricevere una risposta: “il metrò!”.
Questo fatto è tanto vero quanto il fatto che non sarà possibile esaudirlo, tranne che in pochissimi casi e nel corso di molto tempo, per ovvi motivi di costi.
La spiegazione di una risposta così categorica è da ricercare, oltre che per gli assodati vantaggi del mezzo sotterraneo, anche per la tragica situazione in cui si trova la rete dei mezzi di superficie a Milano, lasciata a languire, se non proprio ostacolata, nell’aspetto più importante: la velocità e puntualità di esercizio.
Tutte le giunte comunali succedute negli ultimi anni si sono sempre guardate bene da fare quello che in moltissime città di tutto il mondo era prassi: aggiornare e rendere efficiente il trasporto pubblico nel suo complesso, anche in base a costi/benefici. Se osserviamo cosa succede all’estero scopriremmo che negli ultimi vent’anni c’è stato un fortissimo incentivo e “riscoperta” del mezzo su ferro in superficie per la sua economicità in rapporto alle ottime prestazioni che può dare se realizzato e gestito secondo determinati criteri (Corsie protettesemafori asserviti e poco altro).
Non c’è niente da inventare, è molto semplice, basterebbe copiare quello che fanno gli altri, funziona ed è tranquillamente alla nostra portata sotto tutti i punti di vista.
Una moderna tranvia è circa dieci (10) volte più economica da costruire rispetto a un (1) metrò, e se realizzata in modo corretto riesce a garantire tempi di percorrenza che su i brevi e medi tragitti competono con quelli del metrò. Una linea di tram concepita e gestita come fanno, per esempio, in Germania o in Francia, spesso raggiunge i 20/22 km/ora commerciali (a Milano la media è di 9/10 km/ora, meno della metà!) e se consideriamo che la velocità commerciale del metrò è di 30 km/ora si capisce quanto il rapporto costi/benefici diventa interessante.
(rimandiamo alla sezione Link Utili per l’approfondimento degli aspetti tecnici, segnalando l’ottimo e dettagliato dossier)
E allora perché non farlo? Semplice, è troppo poco dispendioso per le casse pubbliche, “vacca grassa” da spremere per le imprese private che operano nel settore.

Un esempio di come si crea debito pubblico e profitti per pochi privati, senza che i cittadini ne abbiano un vero vantaggio, è la nuova linea M5 nel tratto Zara-Fulvio Testi.
Una strada larghissima, rettilinea, con già presente una linea tranviaria che corre in sede protetta e che bastava aggiornare con alcuni accorgimenti (semafori asserviti e poco altro) per una spesa che non è di un decimo del costo del metrò ma molto molto meno (con il costo di un metrò costruisci ex novo 10 moderne linee di superficie compreso l’acquisto dei mezzi, in questo caso si trattava solo di adeguare la linea)!
Una spesa che non ha giustificazione di nessun tipo se non, come dicevamo, quello di far guadagnare qualche azienda e di far fare bella figura a qualche politico.
Stesso discorso può valere per la progettata linea M4 Linate-centro città che per le caratteristiche del percorso sarebbe assolutamente indicata per essere gestita in superficie.
E’ anche così che si crea debito pubblico che poi viene scaricato interamente sui cittadini.
Spontanea sorge una domanda, ma se non l’abbiamo chiesto noi di procedere con questa gestione scellerata che non va a nostro vantaggio, anzi, gli unici che hanno da guadagnarci sono le imprese private che vincono gli appalti e qualche politico che se ne guadagna la riconoscenza, ma allora perché oltre ad avere un servizio scarso e costoso, dobbiamo anche pagare i danni economici che ne conseguono?
Il certe situazioni anche il metrò può essere una scelta giusta, ma bisognerebbe cominciare prima di tutto da una buona rete tranviaria, frequente, regolare e capillare, che in questo modo può funzionare meglio di una rete di poche e costose linee metropolitane.  
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Valutazione dei costi a confronto:
Vediamo ora velocemente da un punto di vista esclusivamente economico, ossia di quanto andremo a pagare col biglietto e le tasse, le differenze fra un moderna linea di tram e un metrò.
Iniziamo con escludere i costi che i due sistemi hanno in comune, ossia la costruzione e la manutenzione dell’armamento ferroviario (binari, linea di contatto, etc), dei mezzi, e dei sistemi di controllo (semafori, rete telematica, etc).

Oltre a questo per costruire e far funzionare una metropolitana è necessario anche:
- scavare e costruire le gallerie
- scavare e costruire le stazioni
- costruire le scale
- costruire le scale mobili
- costruire gli ascensori
- posare i rivestimenti dei muri e dei pavimenti
- costruire gli impianti tecnici, come i sistemi di drenaggio delle acque, della ventilazione, elettrico, etc…
- installare migliaia di lampade per l’illuminazione
- etc…
In pratica è come costruire dei grandi palazzi ma sottoterra e collegarli con delle gallerie.
A questi costi iniziali bisognerà aggiungere i costi che negli anni avremo da sostenere costantemente in energia elettrica e per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli ambienti.
Inoltre c’è un costo che non viene mai considerato, cioè il >costo ambientale<.
Per costruire, manutenere e far funzionare tutti questi grandi spazi occorre un determinato e costante consumo di energia, che significa produzione e rilascio nell’atmosfera di co2.
Tutti costi che anche la più sofisticata moderna tranvia non ha! 
Le stazioni solitamente sono composte da un marciapiede lungo 30 mt e da una pensilina illuminata da un paio di neon e i tragitti fra una fermata e l’altra sono fatti di… aria.

(leggi anche Metro vs Tram, alcune precisazioni)

Covid19 - l'esatto contrario di quello che andava fatto

Il Comune di Milano vuole darsi un'immagine all'avanguardia, proiettata verso le altre capitali europee, ma scivola inevitabilmente sulla buccia di banana che da solo si tira fra i piedi.

- LE CORSIE DEI MEZZI PUBBLICI PER TUTTO IL PERIODO EMERGENZIALE SARANNO APERTE ALLE AUTOMOBILI -


Invece che fare di tutto per rendere più veloce e puntuale il trasporto pubblico per aumentarne la frequenza e quindi contrastare l'inevitabile calo di capienza dei mezzi dovuto alle norme per il distanziamento fisico, si cancellano le corsie preferenziali rallentando di molto la velocità dei mezzi e quindi diminuendone la frequenza.

Ma è possibile una scelta simile? Aver provato per qualche settimana a respirare ossigeno invece che azoto e polveri sottili non è piaciuto a nessuno in Comune?

Era proprio questo il momento di istituire nuove corsie per i mezzi, di far partire finalmente l'asservimento semaforico, di fare di tutto per aumentare la capacità della fitta rete dei mezzi di superficie di Milano.

Non basta disegnare qualche decina di km di piste ciclabili, come sta accadendo ora, per risolvere il problema del traffico e tanto meno dell'inquinamento, soprattutto se nella gerarchia fra mezzi rimane comunque al primo posto l'auto e all'ultimo il trasporto pubblico.

Già conoscevamo questa predisposizione delle giunte milanesi degli ultimi 30 anni almeno.
Si è visto in vari casi, come per esempio quando alcuni anni fa furono realizzate le piste ciclabili di viale Tunisia, allargando i marciapiedi ma senza prevedere protezione per la corsia del tram che inevitabilmente viene invasa dalle auto.
O come nella più recente ristrutturazione di via Vincenzo Da Seregno, percorsa da ben 4 linee di bus, ma a cui è stata cancellata la vecchia corsia del tram che era a centro strada. Bastava asfaltarla e in orario di punta i  bus invece che restare in coda per svariati minuti avrebbero potuto percorrere la via in pochi secondi.

Ci viene un dubbio, non è che a Milano nonostante cambi il colore della giunta, che sia rosa chiaro come questa e la precedente o nera come quella Moratti, non cambia molto per l'urbanistica e la mobilità sia dovuto al fatto che chi comanda veramente non è chi viene eletto dai cittadini ma solo e sempre lo stesso trasversale Partito Degli Affari?

Triste destino per una città che in passato è stata motore di innovazione culturale e civica in Italia.

Milano. 4.5.20


L'ordinanza presa dal Comune di Milano 



Come buttare via dieci milioni di euro

La 95 è un’importante linea della rete urbana di Milano, che collega Rogoredo con il quartiere Barona, transitando dalla fermata della metropolitana due di Famagosta.

Un servizio con andamento tangenziale rispetto al centro della città, che potrebbe consentire spostamenti veloci da periferia a periferia, senza bisogno di attraversare il centro e sgravando il carico della linee metropolitane.

Tuttavia, a causa del traffico, questa linea, lunga 8,8 km, ha una velocità d’esercizio estremanente bassa: nelle ore di punta, in direzione Barona, si raggiungono appena gli 8,9 km/h (impiega infatti 59 minuti a compiere l’intero tragitto). Questo ne rende estremamente costosa la gestione e allo stesso tempo la rende estremamente scomoda per i passeggeri.

Il tratto peggiore è quello tra piazzale Chiaradia e Famagosta M2, per un totale di 2,2 km. Per percorrere questa distanza, in direzione Barona, il nostro bus impiega, secondo la programmazione di Atm, nelle ore di maggior traffico 22 minuti. Nella direzione opposta ne impiega invece 16. Insomma, la mattina e la sera la velocità in questo tratto crolla a 6 km/h (salvo maggiori ritardi rispetto a quanto programmato).

Il vero imbuto, in realtà, è in via Giacomo Antonini tra l’intersezione con via Virgilio Ferrari e quella con via Carlo Bazzi. Quest’ultimo incrocio prevede in via Antonini tre corsie di attestamento, di cui due di svolta e una per la prosecuzione verso via Cermenate. Poiché la configurazione non è sufficiente a smaltire il traffico, ne derivano code infinite, che bloccano anche il nostro povero bus.

L’incrocio maledetto

Da notare che già oggi la corsia a destra è più larga di quanto richiesto dal codice della strada, ma comunque non sufficiente a ospitare due file di veicoli. Basterebbe un metro in più per avere una quarta corsia. L’intervento comporterebbe lo spostamento del cordolo centrale per non più di cento metri e di un paio di pali, con un costo che non andrebbe oltre i 150mila euro.

Vediamo ora quali sono gli effetti economici positivi che si produrrebbero. Le corse della 95 in direzione Barona, nelle ore «di punta», cioè quelle più lente, sono 24 in due ore e mezza al mattino e 24 in tre ore alla sera, in totale quindi 48. In via conservativa, ipotizziamo che l’intervento porti come beneficio quello di eguagliare il tempo di percorrenza nel tratto Chiaradia – Famagosta in direzione Barona a quello nella direzione opposta (non soggiogato alle code dell’incrocio).

Il tempo impiegato sarebbe pari a 16 invece che 22 minuti, con un risparmio a corsa pari a 6 minuti. 
Considerando tutte le 48 corse «di punta», si avrebbero minori percorrenze pari a 290 minuti, ovvero quasi 6 ore, e cioè circa 1.200 ore all’anno (escludendo i giorni festivi e il mese di agosto). 

Già questo dato si tradurrebbe in un risparmio di 36mila euro all’anno per i soli costi dei conducenti.
Inoltre, il risparmio di tempo permetterebbe di svolgere il servizio con un autobus (da 18 metri) in meno, con un’ulteriore minor spesa, per ammortamento, di 22mila euro l’anno. Pur tralasciando i minori costi del gasolio, si avrebbe complessivamente un risparmio di 58mila euro l’anno, che consentirebbe di recuperare i costi dell’intervento viabilistico in soli 31 mesi.

I risparmi di gestione e i benefici per i passeggeri

Detto in altri termini: non risolvere il problema porta a spendere inutilmente 580mila euro nell’arco di dieci anni, quali maggiori costi di gestione della linea. Se però vogliamo ampliare il discorso ai benefici sociali complessivi, possiamo considerare anche il minor tempo speso inutilmente dai passeggeri su un mezzo pubblico ingorgato nel traffico. Ipotizzando mediamente 80 passeggeri sulle 48 corse «di punta», che risparmiano sei minuti, abbiamo un beneficio complessivo di 23mila minuti al giorno, ovvero 380 ore.
Si può valorizzare questa minor perdita di tempo in 3.800 euro al giorno, cioè 950.000 euro all’anno, 9,5 milioni in dieci anni.

Tirando le somme, un intervento dal costo una tantum di 150 mila euro, può portare nell’arco di dieci anni a un risparmio di 10 milioni di euro. C’è da pensarci, no?


Milano, 22.10.18

Soluzioni efficaci. Se si vuole.

Milano è una delle città più inquinate d'europa.
Milano ha una fitta rete di trasporti relativamente efficiente se paragonata alle altre città italiane.
Milano ha un sistema di traporti pubblici inefficiente e lento se paragonato alle altre città europee (e non solo).

Alla luce di queste considerazioni verrebbe da pensare che ciò che serve per migliorare la qualità della vita e dell'aria dei milanesi sia introdurre delle migliorie nella gestione del trasporto pubblico che ne innalzino le capacità agli standard europei.

Bene.
Il Comune ha promesso che entro i primi mesi del 2019 introdurrà l'asservimento semaforico per 9 linee di tram.
Molto bene, noi sono anni che battiamo su questo tasto che è imprescindibile se si parla di tpl (trasporto pubblico locale).
Peccato che siano solo 9 linee su 17, ma meglio di niente.
Di questo progetto ne daremo valutazione a cose fatte, per verificarne l'attuazione e il concreto funzionamento.

Detto questo ci viene in mente l'assessore Granelli che più di un anno fa, durante un incontro pubblico presso l'Utp di via Confalonieri, giustificava l'ancora mancante asservimento semaforico con questa motivazione: "stiamo mettendo a punto un software centralizzato che gestirà il sistema per tutta Milano".
Si sa, per fare le cose bene ci vuole tempo, e calcolando che Milano in questo senso ha accumulato un ritardo di almeno vent'anni, grazie anche a tutte le giunte trascorse, non osiamo immaginare che strabiliante potenza avrà l'asservimento semaforico milanese, ora che finalmente sarà messo in opera!

Nel frattempo, visto che si parla di alta tecnologia, vogliamo dare un suggerimento davvero ma davvero di altissimo livello tecnologico per il miglioramento dell'esercizio dei mezzi di superficie.

Si chiama, ci scusiamo per l'inglesismo, "Doppio Gradone" ed è implementabile su i percorsi delle nostre linee tranviarie tramite semplice upgrade delle stesse, rendendo finalmente impossibile l'incauto e dannoso parcheggio di auto private che troppo spesso intralciano la circolazione dei mezzi Atm bloccandone il servizio a volte per ore.
E' molto economico, forse troppo economico, da mettere in opera, ma è infallibile, non a caso viene annoverato anche nella categoria delle "barriere fisiche".

Vi presentiamo il doppio gradone nel dettaglio
e in tutta la sua efficacia tecnologica.

Perchè il Doppio Gradone non è presente in tutti i percorsi che per tipologia potrebbero utilizzarlo?
Una vocina maligna, a cui noi non diamo nessun peso, ci suggeriva che si preferisce far cassa con le salate multe che vengo elevate a chi blocca il traffico con la propria auto.

Ma ci pare troppo assurdo da credere, ci viene più facile pensare a qualcosa di peggio, ossia al disinteresse per una soluzione banale, "base" diremmo, che comporterebbe notevoli benefici al tpl cittadino, ma senza spendere troppi soldi pubblici.
Meglio grandi interventi costosi da appaltare a qualche grossa impresa privata, e visibilità per raccogliere consenso per qualche politico, che tanti piccoli interventi in grado di aumentare da subito le capacità di mobilità del sistema di trasporto milanese.

Degli autisti incauti e non curanti possiamo dire tutto il male che vogliamo, giustamente, ma se una soluzione esiste per evitare di fatto che questi comportamenti creino danni al trasporto pubblico chi è preposto ad attuarla, e non lo fa, è il primo responsabile della situazione.

Viale Lunigiana. I paletti, reperto archeologico di quello che fu
decenni fa, un sistema per evitare la sosta sui binari.
Pochi giorni fa ci è capitato di essere testimoni, nella stessa giornata, di due incagli in orari diversi presso gli impianti tranviari di viale Lunigiana. Nella stessa giornata sulla stessa linea!
Per evitarlo sarebbe bastato il famoso doppio gradone, o anche solo ripristinare la catenella ai paletti che la reggevano e che sono ancora in loco ma abbandonati da decine d'anni.

Ritardi, irregolarità di transito, blocchi (mediamente 7 al giorno!), si potrebbero diminuire sensibilmente aumentando quindi il gradimento dei cittadini e rendendoli più propensi a servirsi dei mezzi pubblici.

Comune e Atm, cosa aspettano a farlo?


Milano, 25.5.18

Perché a Milano non si è mai deciso di velocizzare il trasporto pubblico di superficie?

La domanda può sembrare retorica, e invece no, non lo è. La motivazione per la quale nel corso degli anni nessuna amministrazione si sia mai fermamente impegnata nella riduzione dei tempi di viaggio dei mezzi pubblici di superficie rimane oscura ai più. Probabilmente anche agli stessi amministratori, che considerano l’argomento una specie di tabù.

Eppure non sono molte le azioni strutturali (si badi al significato dell’aggettivo) che, nella gestione della mobilità urbana, sono in grado di garantire in un sol colpo ampie ricadute positive sia nei confronti dei cittadini che della pubblica amministrazione. Ancora meno sono quelle che, per raggiungere tali positivi risultati, necessitano di un investimento di entità limitata. Le misure di velocizzazione delle linee del trasporto di superficie, in particolare quelle tranviarie, rientrano in questo insieme.

Sebbene la letteratura e le esperienze, a questo proposito, siano molto vaste e – cosa rara – unanimi, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) di Milano (*), in uno slancio di trasparenza senza precedenti, non si è limitato a ribadire che la velocizzazione delle linee di superficie è un intervento sensatissimo, ma ha anche misurato quanto è sensato, arrivando a dire che i vantaggi per la città sono più ampi di quelli che si potrebbero ottenere costruendo cinque nuove linee di trasporto di massa ad alta frequenza (metropolitane).

La velocità commerciale

Come ormai è noto, la velocità delle linee di superficie a Milano è molto bassa. In particolare, la rete tranviaria soffre pesantemente della congestione stradale, dell’assenza di misure volte a privilegiare il transito dei mezzi pubblici nei pressi degli incroci, di un’infrastruttura obsoleta, della presenza di fermate molto ravvicinate. Questo fa sì che la rete tranviaria di Milano abbia la più bassa velocità commerciale d’Europa.

In quanto tempo e a che velocità si percorre, in tram, una distanza di 7,6 km alle ore 8.30 del mattino

Città
Tempo di percorrenza (minuti)
Velocità commerciale (km/h)
Monaco
24
19,0
Goteborg
27
16,9
L’Aia
27
16,9
Francoforte
28
16,3
Berlino
28
16,3
Zurigo
31
14,7
Nizza
32
14,3
Basilea
32
14,3
Amsterdam
32
14,3
Anversa
33
13,8
Rotterdam
33
13,8
Milano
48
9,5


Una velocità commerciale bassa provoca gravi svantaggi. Il primo riguarda i singoli utenti del trasporto pubblico, che impiegano più tempo del necessario per compiere i propri spostamenti; il secondo riguarda la cittadinanza nel suo complesso, che risponde a questa carenza con la disaffezione verso il sistema di trasporto pubblico e il conseguente maggiore utilizzo dei mezzi privati (aumento della congestione stradale); il terzo riguarda l’amministrazione pubblica, che utilizza le proprie risorse in modo inefficiente.

Gli interventi possibili

Il PUMS di Milano pone come obiettivo realistico un aumento medio della velocità commerciale del 30%, da realizzarsi tenendo conto che la stessa velocità andrà via via incrementandosi con l’aumento della distanza dal centro storico (ambito che, per ragioni urbanistiche e di conformazione degli spazi, non permette prestazioni equivalenti a quelle raggiungibili lungo gli ampi viali di periferia): almeno 12 km/h dentro la Cerchia dei Bastioni, almeno 14 km/h nella fascia intermedia tra i Bastioni e la cerchia ferroviaria, almeno 18 km/h esternamente alla cerchia ferroviaria.

Gli interventi da attuarsi per ottenere i valori obiettivo vengono ricondotti alle seguenti tipologie: i) preferenziamento semaforico; ii) protezione dalle interferenze trasversali (corsie riservate); iii) riduzione del traffico lungo gli assi a circolazione promiscua; iv) eliminazione dei vincoli infrastrutturali che impongono rallentamenti; v) revisione della densità e della distribuzione delle fermate.

Non si tratta, al contrario della costruzione di una nuova linea di metropolitana, di “grandi opere”, ma di interventi di piccolo calibro, di estensione limitata, di costo medio-basso e diffusi su tutto il territorio comunale. Il PUMS stima in 300 milioni di Euro l’ammontare complessivo dei lavori infrastrutturali e tecnologici necessari alla rete di superficie (per confronto, si tenga conto che il costo di costruzione della nuova linea M4 è di 1,8 miliardi di Euro, sei volte tanto).

I benefìci attesi

La valutazione dei benefici sorprende anche i più ottimisti. I vantaggi per gli utenti in termini di surplus (differenza tra benefici attesi e costi sostenuti) ammonterebbero a 221 milioni di Euro ogni anno, distribuiti sia sugli utenti abituali del trasporto pubblico – i quali possono spostarsi più velocemente, ovvero risparmiare tempo negli spostamenti – che su quelli futuri – ovvero coloro che, grazie a mezzi pubblici più veloci, abbandonano il mezzo privato perché meno conveniente. I benefici riguardano anche gli automobilisti incalliti, poiché lo spostamento modale di una moderata quota di persone dal mezzo privato a quello pubblico permette automaticamente di liberare le strade dal traffico, agevolando anche gli spostamenti sulle quattro ruote.

Infine, tutt’altro che trascurabili sono i benefici per la pubblica amministrazione. L’aumento della velocità commerciale del 30% sulla rete di superficie permetterebbe al Comune di Milano un risparmio annuale stimato in 23 milioni di Euro sui costi di esercizio, liberando dunque risorse per eventuali aumenti dell’offerta di trasporto.

Il tema è attualissimo. La recente decisione del Comune di Milano di sopprimere, nelle notti precedenti ai giorni feriali, ben dieci linee notturne di autobus (**) per finanziare l’anticipo di circa 30 minuti dell’inizio del servizio sulle quattro linee metropolitane, ha riportato sotto le luci della cronaca il tema delle risorse scarse che affligge – per la verità in tutta Italia – il settore del trasporto pubblico locale. L’amministrazione milanese ha scelto, per questo 2017, di riorganizzare l’offerta di trasporto pubblico senza aumentare le risorse messe a disposizione per la fornitura del servizio ATM, attuando il principio della “coperta corta”: per consentire l’anticipo degli orari della metropolitana è stato necessario sopprimere le linee notturne, per fornire un servizio di autobus nei nuovi quartieri ora sguarniti si dovranno ridurre le frequenze nei giorni festivi, e così via.

A questo punto il lettore non farà certo fatica a chiudere il cerchio. Se con interventi diffusi e a costi del tutto abbordabili è possibile risparmiare tempo, agevolare gli utenti del trasporto pubblico, aumentare l’offerta, diminuire il traffico e ridurre drasticamente i costi di gestione del sistema, perché a Milano non si è mai deciso di velocizzare il trasporto pubblico di superficie?


Ivan Uccelli
13.1.17

(*) Redatto per volere dell’Amministrazione Pisapia, in aggiornamento al PUM 2001 vigente, ma mai approvato dal Consiglio Comunale. Il PUMS è comunque consultabile sul sito del Comune di Milano.

(**) Le linee soppresse venivano utilizzate – sono dati dell’Assessorato – da non meno di settemila viaggiatori ogni settimana.

Cancellata un'altra corsia preferenziale

Sottotitolo: "Trasporto pubblico? Non ce la possono fare..."

Al centro di via Vincenzo da Seregno è transitato per più di 100 anni il tram della linea Milano Limbiate; dal 1999, in seguito ai lavori per la costruzione della linea 3 del metrò in via Astesani, ne è diventata il capolinea.
Nel 2011 un ulteriore arretramento ha attestato il capolinea del tram in corrispondenza della nuova fermata della M3 Comasina, lasciando inutilizzato l'ex capolinea di via Vincenzo da Seregno.

Quando passava il tram
Finalmente l'anno scorso il Comune di Milano ha provveduto a riqualificare tutta la via, rimasta per cinque anni con la corsia tranviaria in stato di abbandono.

Sono stati piantati degli alberi, realizzata una pista ciclabile e allargati i marciapiedi però, visti i problemi di traffico e inquinamento che abbiamo a Milano, perchè è stata completamente eliminata la corsia del tram invece di utilizzarla per far passare le 4 linee di autobus (40-41-52-70) che transitano nella via?

La nuova sistemazione
Adesso che la strada è stata ridotta a una corsia per senso di marcia inevitabilmente i bus restano incolonnati dietro le auto, e per percorrere due o trecento metri di strada ci impiegano tanti, troppi, minuti invece dei pochi secondi necessari se avessero potuto sfruttare la corsia protetta che già esisteva e bastava asfaltare.
Alberi e corsia delle bici ci sarebbero stati lo stesso.

- Perché a Milano il trasporto pubblico viene dopo tutto il resto?
- Perché a Milano non si riesce neanche a concepire che il trasporto pubblico può essere veloce ed efficiente anche in superficie?
- Perché non si fa tutto quello che si può fare per renderlo tale ma si fa il contrario come in questo caso (e altri esempi)?

Questo è un comportamento che spinge ad abbandonare il mezzo pubblico a favore della macchina proprio in una città che ha ancora una fitta rete di mezzi di superficie che potrebbero essere utilizzati da subito molto meglio di oggi, adeguando le linee con investimenti molto contenuti e un ritorno sociale e ambientale incredibile (e anche di risparmio economico).

Forse non si vuole migliorare la rete di superficie per dimostrare che l'unico modo per muoversi è costruendo nuove metropolitane, che sono sicuramente molto comode sui tragitti lunghi, ma che inevitabilmente per i costi astronomici di costruzione finiscono per assorbire tutte le risorse economiche a disposizione (facendole finire direttamente in tasca al "Partito del mattone") e creando debito?

7.2.16



Un'altra corsia preferenziale soppressa (il contrario del minimo necessario...)

Una nostra lettrice ci segnala un'ulteriore passo indietro nella mobilità pubblica a vantaggio di quella privata.

"Buongiorno,
Vi voglio segnalare un fatto che dimostra purtroppo l'incoerenza fra i proclami dell'attuale giunta e gli atti reali.
In via Sesto San Giovanni e via Porto Corsini, a Milano, circa vent'anni fa era stata istituita una corsia preferenziale, e dal 2011 questa era finalmente protetta dalle telecamere.
Questo, oltre che per contenere i disagi creati dal traffico ai residenti, anche con l'intento di velocizzare le due linee di autobus che la percorrono (51 e 87).
Ebbene, a metà gennaio sono state tolte le telecamere e rimossa tutta la segnaletica, senza che la situazione viabilistica della zona abbia subito alcun altro miglioramento.
L'effetto è che già dai primissimi giorni il traffico è tornato e soprattutto nelle ore di punta gli autobus sono costretti a lunghe attese in coda.
E' difficile istituire una corsia preferenziale, e proprio per questo sembra folle toglierne una già esistente.
Incredibilmente, nonostante le nostre numerose richieste, dal Comune nessuno fornisce chiarimenti sulla situazione e sul motivo di questa decisione.
Agnese Ferrari
Grazie e cordiali saluti"

Nonostante la ex-corsia non sia ancora tornata ai livelli di traffico antecedenti l'attivazione delle telecamere, già oggi è sufficiente a generare nelle vie limitrofe la situazione che si può riscontrare nelle foto che pubblichiamo a piede di questo articolo.
La sera in cui sono state scattate le foto la coda partiva dall'angolo di via Breda con via Porto Corsini, un tratto di via Fortezza, tutta via Recanati e tutta via Fiume (Sesto San Giovanni), oltre ovviamente ad un tratto di circa 100 metri sulla discesa del ponte di via Porto Corsini (ex preferenziale).
In totale siamo già ad una colonna di circa 800 metri.

Com'è possibile che si depotenzi l'efficienza dei mezzi pubblici riducendo le corsie preferenziali, mentre nel resto del mondo succede l'esatto contrario?
Potenziare il trasporto pubblico vuol dire renderlo più puntuale e veloce, cosa che fra l'altro lo rende ancora più economico e sostenibile.

E questo citato non è l'unico caso, oltre a quelli già segnalati su queste pagine (http://muovi-ti.blogspot.it/2014/03/milano-come-peggiorare-la-velocita-dei.html) (http://muovi-ti.blogspot.it/2013/11/niente-corsia-protetta-in-via-solari-il.html), compreso quello degno di un simpatico umorista http://muovi-ti.blogspot.it/2014/04/via-lanza-corsie-preferenziali-milano.html), ci domandiamo se in viale Tunisia, ora che il secolare cantiere volge al termine, sarà posato un cordolo per proteggere la corsia dei tram.
Ora come ora, con l'allargamento dei marciapiedi per far posto alle piste ciclabili, le auto in sosta costringono giocoforza le auto di passaggio a invadere la corsia dei tram. Basterebbe una protezione fisica (un cordolo appunto) per lasciare sempre libera la corsia ai tram e anche a impedire la sosta vietata.
Ci vuole tanto? Solo l'intenzione.










13.02.15

Inaugurate nuove linee tranviarie a Aubagne, Besancon, Le Mans (Francia)

Il tram si diffonde sempre di più come migliore scelta per puntare su un trasporto pubblico pulito ed efficiente e col miglior rapporto fra costi e prestazioni.
Nuove linee vengono inaugurate perfino in città medio piccole e addirittura in un caso gestita in forma gratuita (caso piuttosto raro, ma in Italia solo a proporlo si verrebbe additati come pericolosi squilibrati...) !
Domanda pleonastica: perchè tutto ciò succede nel resto del mondo tranne che da noi?


"E' stata aperta lunedì scorso la linea tranviaria di Aubagne, Francia. La piccola città (45.000 abitanti) si trova nel dipartimento Provence-Alpes-Coté d'Azur, a 20 km da Marsiglia. La nuova linea tranviaria, di 2,8 km è gestita con 8 tram modello Citadis della Alstom. 
Particolarità di questa città è il servizio gratuito sull'intera rete (bus, ed ora anche tram) dal 2009"



"Dal 30 agosto è entrato in funzione il tram di Besancon che è diventata la 258° città europea con una linea tranviaria. 
Da notare che in meno di 4 anni (i lavori sono iniziati nell'autunno del 2010 su progetto del 2008) sono stati realizzati 14,3 km. di linea!"





"A Le Mans, dove la prima linea di tram è operativa dal 2007, si è inaugurata la seconda linea. 
Un giornale locale ha messo in evidenza il grande valore aggiunto che la tranvia porta con sé, pubblicando le foto di alcuni punti della città prima e dopo la realizzazione della nuova linea…"



Milano, 05.09.14


Via Lanza…


Abbiamo più volte segnalato come l'Amministrazione Pisapia e in particolare l'assessore Maran non abbiano fatto nulla di concreto per incrementare la protezione del trasporto pubblico milanese nei confronti del traffico.

In particolare, abbiamo scritto, la velocità d'esercizio di bus e tram nella nostra città è particolarmente bassa, in confronto alla media europea, anche a causa della mancanza di una rete abbastanza estesa di corsie riservate e fisicamente protette.

Oggi a onor del vero siamo costretti a ricrederci: in concomitanza con i provvedimenti per la creazione dell'isola pedonale in piazza Castello è stata dipinta la segnaletica orizzontale che istituisce una corsia riservata a bus e taxi in via Lanza. La vedete nella foto.
Finalmente l'inversione di tendenza che tanto aspettavamo!

C'è solo un particolare che stona in tutto questo: da martedì 22 aprile 2014 nessun autobus percorrerà più via Lanza...

Se non ci credete, consultate l'avviso sul sito Atm all'indirizzo: http://www.atm.it/it/ViaggiaConNoi/InfoTraffico/Pagine/LavoriinpiazzaCastellodal224modificheperlinea57esostitutivanotturnaM2.aspx


19.04.14

Sprechi: viale Zara, lavori lasciati a metà, uguale a soldi buttati

Nelle foto che pubblichiamo in questa pagina mostriamo lo stato in cui si trova da ormai diversi anni la corsia del tram in viale Zara.

Come si può vedere la posa delle mattonnelle che consentirebbero ai mezzi di soccorso di percorrere la corsia del tram è stata iniziata ma mai finita, ottenendo in questo modo due effetti negativi: la corsia non può essere percorsa dai mezzi di soccorso, ma soprattutto i tratti mancanti rendono tutte le spese sostenute per realizzare i tratti terminati completamente inutili. Ovvero soldi pubblici buttati dalla finestra.

Forse in una strada larga come viale Zara questo intervento non sarebbe stato così indispensabile, ma costruirlo a pezzetti scollegati è sicuramente peggio che non costruirlo per niente.

E cosa vogliamo dire, sempre in viale Zara, delle nuove banchine in cui non sono mai state installate le pensiline? La situazione è rimasta congelata così, con la rete arancione, per un bel po' di tempo.

Adesso e' stata tolta la protezione provvisoria arancione che si vede in foto e completata la balaustra verde, il che verosimilmente significa che la pensilina non sara' piu' installata...

Non ci sono i soldi per le pensiline? Ah già, li hanno spesi tutti per scavare la M5… ma forse bastavano anche solo quelli buttati via con la posa inconclusa delle mattonelle per il passaggio dei mezzi di soccorso.







Milano - come peggiorare la velocità dei mezzi pubblici


Le foto ritraggono i lavori in corso in via Monte Grappa a Milano, che comporteranno la cancellazione della corsia riservata ai tram.

Infatti, l'attuale corsia destinata al transito delle auto in direzione piazza XXV Aprile sarà adibita a parcheggio. In conseguenza i veicoli privati circoleranno a centro strada, in promiscuo con i mezzi pubblici. Ciò è ben visibile nella prima foto, che ritrae la strada all'intersezione con via Melchiorre Gioia: si nota che il cordolo del marciapiede piega verso l'interno per realizzare la fila di posti auto. Tra la zona parcheggio e il marciapiede troverà posto una pista ciclabile. Decisamente un intervento che, dal punto di vista del trasporto pubblico, riesce a essere peggiorativo rispetto alla situazione esistente!

Un'ennesima conferma dell'assurda concezione che porta a penalizzare il trasporto pubblico a Milano relegandolo sempre in subordine a tutto il resto. Conferma di cui non sentivamo il bisogno.






23.03.2014


Metrò vs tram. Alcune precisazioni.

Ci hanno convinti che l'unica possibilità per muoversi efficacemente con il trasporto pubblico in città è col metrò e nient'altro, ma non è così, potrebbe non essere così, prova concreta è quello che succede in moltissime altre città del resto del mondo, dove la gestione intelligente e non penalizzante dei mezzi di superfice permette un efficienza che noi facciamo fatica anche solo a immaginare.

Non siamo "contro il metrò", anzi, per le sue caratteristiche può essere la scelta giusta in ben determinate situazioni, ma può essere sbagliatissima in altre (esempio).





Una linea di metrò costa circa 10 (dieci) volte una moderna ed efficiente linea di tram, per questo motivo bisognerebbe valutare bene se è veramente necessaria e se ci sono i requisiti per giustificarne la costruzione.

Pensiamoci, con le risorse impegnate per fare 1 metrò si potrebbero costruire 10 efficienti linee di superfice, che per una città delle dimensioni di Milano sarebbero sufficienti per stravolgere completamente la mobilità cittadina, rendendo possibile da subito muoversi velocemente e con puntualità con i mezzi pubblici.

Iniziamo a sfatare un luogo comune: il tram è lento.
Questo è genericamente vero solo per quella che può essere la nostra esperienza a Milano, dove le linee tranviarie vengono, più o meno consapevolemente, gestite nella maniera più assurda possibile, ma la realtà dei trasporti delle città di mezzo mondo stanno li a dimostrare che tecnicamente è fattibile fare molto diversamente in modo relativamemente semplice nonchè economicamente vantaggioso (e in tempi di crisi non farebbe male utilizzare i soldi delle nostre tasse nel modo più oculato possibile…)!

Per ottenere puntualità e velocità basterebbe applicare i tre provvedimenti principali che proponiamo (corsie protette, semafori asserviti, abolizione del "distanziamento tranviario") che sono alla base di una gestione efficiente.

L'abbiamo già scritto in altre parti di questo sito, ma lo ricordiamo:
adesso a Milano i tram hanno una velocità commerciale mediamente di 10km/ora
l'esperienza di altre città ci dimostra che potrebbe essere portata a 20-22km/ora
che paragonata alla velocià commerciale del metrò, che è di 30km/ora, spiega il vantaggio costo/ prestazioni.

Ma spieghiamolo anche in un altro modo, con un esempio, e facciamo un paragone del tempo e, in proporzione, del "costo" che comporta andare da un ipotetico punto ad un'altro.
(per costo non intendiamo il biglietto ma il costo complessivo, pagato sempre da noi con le nostre tasse oltre che col biglietto, che occore per una linea di tram piuttosto che un metrò, che come dicevamo è di 1 a 10)
in tram (com'è adesso):             1 ora - costo 1
in metrò:                                   20 minuti - costo 10
in tram (come sarebbe):          30 minuti - costo 1

Insomma, immaginate di essere su un tram che procede senza impedimenti perchè viaggia in sede riservata e con i semafori asserviti, e non si ferma praticamente mai se non per fare le fermate. Inizia ad assomigliare un po' a un metrò, no? Per questo un tram del genere viene anche definito "metrotranvia" (da non confondere assolutamente con quelle che sono state definite così a Milano ma che non hanno i necessari requisiti per esserlo, e difatti non lo sono).

Ma allora perchè le varie amministrazioni succedutesi, di destra e di centrosinistra, hanno puntato tutto soltanto sul metrò senza fare niente per utilizzare altre soluzioni?

Ci sono varie risposte possibili:
- sicuramente per una questione di "cultura dei trasporti" vecchia e non aggiornata
- poi per la banale intenzione di fare la cosa più popolare e che porta più voti
- ma soprattutto per l'influenza che il potere economico nella nostra società sa esercitare sul potere pubblico, piegandolo ai propri interessi.

Se no perchè boicottare in modo quasi plateale la rete di superficie, per esempio col demenziale e non necessario "distanziamento tranviario"?
Per convincerci che non c'è alternativa a grandi opere come i metrò (che fanno guadagnare grandi soldi, i nostri, alle imprese che li costruiscono).

(leggi anche: COSTI e VANTAGGI fra Tram e Metrò)


Milano, 3.2.14