Nel prossimo periodo dovremo affrontare il grosso problema della mobilità in una
-situazione completamente nuova- e per farlo dovremmo di conseguenza adottare una -concezione completamente nuova-. Per questo, prima di qualunque altra considerazione, dovremmo escludere l'idea di riaprire le città alle automobili.
Questo per un paio di fattori che a noi sembrano evidenti:
- il primo è che il traffico che si verrebbe a generare riporterebbe l'inquinamento a livelli altissimi non più accettabili, a maggior ragione nel momento in cui diversi studi scientifici attestano come lo stesso inquinamento diventi veicolo nella trasmissione del virus e indebolisca le vie respiratorie.
- il secondo è che il traffico veicolare rappresenta un impedimento per tutti gli altri sistemi di spostamento, sia quello dei mezzi pubblici che ne restano imbrigliati e rallentati, sia di quello ciclistico o pedonale.
Allora come fare?
Puntare tutto sul potenziamento del trasporto pubblico e sulla mobilità alternativa ciclabile e pedonale.
Il che vuol dire recuperare lo spazio da togliere alle auto per creare nuove e diffuse piste ciclabili in tutta la città, e puntare a coprire tutti i percorsi dei mezzi pubblici con corsie preferenziali e protette.
Abbiamo già detto in un precedente articolo che Atm non può risolvere il problema da sola, ci vogliono interventi profondi in tutta la società, che ne riorganizzino la struttura per ri-orientarne le finalità alla salvaguardia della salute pubblica e non, come è stato finora, orientate solo alla ricerca del business per i grandi capitali.
Detto questo comunque Atm, come qualsiasi altra azienda pubblica di trasporti, dovrebbe fare tutto il possibile per affrontare il prossimo periodo di distanziamento fisico, che molto probabilmente non sarà tanto breve, dando fondo al massimo delle sue potenzialità.
La prima osservazione da cui partire è che i mezzi, per permettere un corretto distanziamento fra i passeggeri, non potranno più essere riempiti al massimo della loro capienza, ma dovranno contenere un numero massimo di persone.
Per poterlo fare senza rendere vano il servizio l'unica possibilità è aumentare sensibilmente la frequenza delle corse, e quando diciamo "sensibilmente" non vuol dire aggiungere un paio di corse per linea a giornata, ma puntare a raggiungere un aumento delle frequenze del 30-50%.
Irrealistico? No. Costoso? Si, ma d'altro canto lasciare la città alle auto avrebbe dei costi maggiori in termini sanitari e di congestione stradale.
Come si può cercare di raggiungere questo obbiettivo?
Cominciando da quello che abbiamo sempre detto. Questo sito è nato proprio per spiegare come aumentare l'efficienza dei mezzi pubblici, basta andare in home page e leggersi i primi 4 articoli. Sono interventi facili, economici e molto "produttivi", che nel resto del mondo sono applicati già da vent'anni almeno, Atm ora deve decidere di attuarli subito, ed estenderli a tutta la rete.
A Milano i tram hanno la velocità commerciale più bassa di Europa, e questo significa anche un maggior dispendio di mezzi per coprire ogni linea.
Aumentare la velocità commerciale si traduce, oltre che in un servizio più funzionale e appetibile, in un aumento della frequenza a parità di corse effettuate.
Quindi la riduzione di auto, l'estensione dei percorsi preferenziali, l'asservimento semaforico, l'abolizione di alcune norme demenziali che esistono solo qui, ci porterebbe molto vicino all'obbiettivo di cui scrivevamo prima: aumentare di molto la frequenza dei mezzi. Non sarebbe sufficiente ma già, senza gravare su i costi di esercizio, ci saremmo portati avanti non poco.
Dopodichè Atm dovrebbe anche dar "fondo ai magazzini" e mettere in circolazione tutto il suo parco mezzi, assumere nuovo personale, potenziare le infrastrutture.
Se questi sono i passi necessari che chiediamo ad Atm e Comune di Milano - forte potenziamento dei mezzi, piste ciclabili, limitazione del traffico automobilistico - ci sono altri provvedimenti istituzionali che si potrebbero prendere per agevolare la gestione della mobilità in questo frangente, come ad esempio la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario per favorire chi utilizza mezzi pubblici o propri, all'infuori di autoveicoli, per raggiungere il posto di lavoro. Oppure permettere la sospensione del bollo auto per chi autocertifica l'inutilizzo del proprio autoveicolo per un dato periodo, o lo scaglionamento orario delle attività lavorative per limitare i picchi di spostamenti.
L'importante è non tornare alla "Normalità" di prima, quella del predominio delle auto, perchè è stato anche quello il modello di sviluppo che ci ha portato fino a qua.
Milano, 19.4.20