Covid19 - cosa facciamo con i mezzi?


Un problema che presto ci troveremo ad affrontare sarà la riapertura più o meno parziale o totale delle attività lavorative e il conseguente molto ma molto problematico problema della mobilità.

Un problema che da parte di Atm e istituzioni dovrebbe essere già stato affrontato e definito con un piano, per potersi trovare nelle condizioni di attuarlo fra meno di un mese ma di cui, come per tutto il resto, non ne sappiamo ancora niente.

Certo non si potrà tornare ad avere mezzi pubblici nelle ore di punta presi d'assalto dalle persone, che dovranno essere severamente contingentate se non vogliamo mettere in atto una strage in pochi giorni.

E d'altro canto se ci affidiamo al trasporto privato con al massimo due persone per auto è facile capire che bloccheremmo le città, con conseguente tragico problema di traffico e soprattutto di smog che, come è stato dimostrato da studi scientifici, ha una qualche correlazione con la diffusione del virus e soprattutto col suo tasso di letalità.

E quindi?

Quindi il problema non lo può risolvere solo Atm, o una qualsiasi altra azienda di trasporto.
Se non ci sarà un ripensamento globale e profondo sull'organizzazione sociale della produzione sarà il caos.
I provvedimenti da prendere dovranno partire dalla tutela della salute generale, lasciando solo in seconda posizione la "salute" dell'economia.
Se così non sarà fatto non avremo né la salute per le persone né,  alla lunga, quella dell'economia.

La cosa migliore sarebbe rimandare l’apertura delle molte aziende non indispensabili (di cui in Lombardia moltissime non sono mai state chiuse!), comunque in tutti i casi bisognerà contingentare l'ingresso e l'uscita dei lavoratori in orari diversi per non farli incontrare ma anche per non farli assembrare su i mezzi, far avere a tutti i dispositivi di protezione individuale sia per quando sono sul lavoro sia per quando con i mezzi tornano o vanno al lavoro.
Atm dovrà aumentare la frequenza dei mezzi(*) al massimo delle possibilità per poter diluire i passeggeri su più corse. E questo conferma una volta di più quanto Atm sia un bene prezioso per la città e quanto sia importante che resti un’azienda pubblica, un’azienda privata dovrebbe fare i conti con costi e ricavi e finirebbe a comportarsi in modo contrario alle necessità del momento.

Bisognerà anche predisporre dei mezzi di spostamento alternativi, fra cui in prima istanza quelli a due ruote, con la creazione immediate di nuove e più capienti piste ciclabili e di strade da dedicargli alternative al traffico.
Quindi di conseguenza restrizioni al traffico veicolare.
Ma tutto questo ancora non basterà se non si scaglionerà la produzione a fasi, per esempio una parte la mattina l'altra il pomeriggio, o una settimana si una no, etc...
Quello che dovrebbe essere escluso è riaprire tutto come fosse finito il problema per "tornare alla normalità" come prima.

Di tutto questo qualcuno se ne starà occupando, ma quali sono le idee guida che si stanno scegliendo?
Abbiamo il diritto di saperlo in anticipo e di discuterle, non fosse altro perché ne va della nostra vita.

Per adesso la Task Force messa insieme dal governo per gestire questo passaggio non ci convince molto come caratteristiche dei componenti.
Capitanata da Vittorio Colao, già ai vertici di Vodafone e un curriculum improntato al business, non presenta un gran numero di esperti di sanità pubblica e gestione di situazioni di crisi, ma soprattutto non prevede nessuno che si intenda di trasporti e di urbanistica.
Questo non fa ben sperare.

Nota a margine: (*) "aumentare la frequenza dei mezzi..." Questo sito è nato proprio per spiegare come aumentare l'efficienza dei mezzi pubblici. Basta andare in home page e leggersi i primi 4 articoli. Sono interventi facili economici e molto "produttivi", che nel resto del mondo sono applicati già da vent'anni almeno, Atm ora si deciderà finalmente ad adottarli?




Milano, 14.04.20