A Milano aumenta il biglietto e diminuiscono le corse. Cos'è che non si è capito della crisi ambientale (e sociale) che ci sta travolgendo?

A Milano si insiste sulla strada sbagliata, di fronte al cataclisma ambientale che sta sempre più entrando nelle nostre vite e alla necessità obbligatoria di rispondere con la diminuzione di produzione di Co2 le nostre istituzioni pensano bene di aumentare ancora il biglietto dei mezzi pubblici e diminuire le corse(!!!), per poi riempirsi la bocca ogni volta che fanno qualche investimento di routine come comprare nuovi treni per il metrò o qualche mezzo moderno. 

Questi tanto decantati investimenti sono passaggi tecnici necessari e previsti, quello che andrebbe fatto, e non viene fatto, sarebbe avere il coraggio politico di trasformare gradualmente Milano in una città ecologicamente più sostenibile e la cosa non è impossibile, già molte altre città europee e nel resto del mondo ci stanno provando.

Per farlo non ci sarebbe bisogno di immensi investimenti e tempi lunghi di realizzazione, come costruire nuove metropolitane, ma, ripetiamo, la volontà politica di cambiare gerarchia alla mobilità togliendo all'automobile il primato incontrastato che ha su tutti gli altri modi di muoversi.

Lo diciamo da anni, basterebbe implementare, a cominciare da tutte le tratte tranviarie, l'asservimento semaforico ai mezzi e in contemporanea separare il traffico privato da quello pubblico con l'istituzione di corsie preferenziali e protette in tutta la città. 
Tutto questo, oltre che cambiare in modo radicale il modo di muoversi in città, sarebbe economicamente fattibile e con tempi di realizzazione brevi.

Perché non si fa? Perché Milano sull'asservimento semaforico è in ritardo di trent'anni (30!) rispetto alla quasi totalità delle città europee (e non solo)?
Com'è possibile che ci si (auto)vanti di essere una città "Proiettata nel futuro" e poi si diminuiscono le corse e si aumenta il biglietto dei mezzi pubblici?

Fare quanto proponiamo (e stanno già facendo molte città) per Milano sarebbe una rivoluzione ma è proprio di questo, come minimo, che abbiamo bisogno se vogliamo rispondere in maniera utile alle sfide del nostro tempo.


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Milano, 19.3.23