Condividiamo, dalla pagina facebook di CityRailways, queste prime osservazioni sulla bozza proposta per l'utilizzo dei fondi del Recovey Fund.
È stata diffusa in queste ore la bozza del piano #NextGenerationItalia nominato “Piano di ripresa e resilienza” (https://www.startmag.it/.../next-generation-italia-ecco.../).
Parliamo del documento di impegno della quota italiana dei finanziamenti e dei prestiti del fondo #RecoveryFund. 125 pagine che di rilevante hanno solo la prosa sostenuta da un anglicorum di una protervia che Manzoni avrebbe ritenuto sfacciata anche per il suo Don Abbondio.
Sebbene sia veramente difficile capire dove si voglia andare a parare con 35 miliardi destinati a “Innovazione, competitività digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione” oppure con i 6,3 miliardi per l’ ”impresa verde e l’economia circolare”.
Tra le poche cose chiare c’è che alle infrastrutture – quelle che avrebbero dovuto rivoluzionare il Paese – resta circa il 20% dei 196 miliardi nominali del paniere.
Dei 27,7 miliardi per le “Infrastrutture per la mobilità sostenibile” 23,6 vanno al capitolo “Alta velocità di rete e manutenzione stradale 4.0”: fatto salvo l’ammontare del fabbisogno per la manutenzione stradale (che poco ha a che fare con la sostenibilità) in questo capitolo grasso che cola se resterà la copertura per il piano di RFI per il completamento della rete AV ferroviaria (10 miliardi, https://www.fsitaliane.it/.../piano-industriale-fs-2019...).
Dei 76 miliardi destinati alla “Rivoluzione verde” il 60% va al comparto dell’edilizia: appena 18,6 vanno alla “transizione energetica e mobilità locale sostenibile”, mettendo insieme il comparto gomma con quelle del trasporto rapido di massa (metropolitane, ferrovie urbane, tramvie).
Se si pensa che la sola sostituzione/integrazione del parco autobus con tecnologie a minore impatto della trazione diesel secondo gli obiettivi del Piano Nazionale Strategico per la Mobilità Sostenibile (PSN-MS, https://www.mit.gov.it/.../normativa/2019-06/DPCM_PSNMS.pdfDati per la città di Melbourne, ma sempre utili come promemoria per i nostri governanti |