Come stiamo arrivando a questo appuntamento? Questa volta siamo preparati?
In queste ultime settimane se ne sono viste di cotte e di crude in tutta Italia.
Il governatore della Sicilia Musumeci avrebbe voluto espellere dall'isola le persone migranti per "preservare la salute" dei siciliani, malgrado non sia stato riscontrato un solo contagio dovuto a chi è arrivato coi barconi, e al contempo non ha emesso nessuna ordinanza per il distanziamento sui mezzi di trasporto, aliscafi compresi, quando in realtà l’unico focolaio arrivato via mare è stato, guarda caso, un aliscafo di turisti.
Se ci spostiamo dall'altra parte d'Italia resta a imperitura memoria la scellerata decisione della Regione Lombardia di cancellare il distanziamento fisico a bordo dei treni regionali. Tanto i povery possono anche morire.
Insomma, a vedere questa situazione non ci pare il caso di essere troppo ottimisti e fiduciosi nelle nostre Istituzioni…
1 - ridurre le auto in circolazione per contenere l'inquinamento e il traffico.
Istituendo la circolazione a targhe alterne nei giorni feriali con l'obbiettivo di dimezzare la quantità di auto in circolazione. Derogando solo per comprovate necessità (per esempio di persone con difficoltà a muoversi, medici in soccorso d'urgenza e simili).
2 - aumento della velocità commerciale, frequenza e puntualità dei mezzi pubblici in superficie.
Il modo per raggiungere questo obbiettivo lo abbiamo spiegato in molti dei nostri articoli, ed è riassunto sinteticamente nel -> primo post in home page di questo sito (semafori asserviti, corsie protette, e poco altro. In questo modo l'aumento di frequenza e velocità può raggiungere in alcuni casi anche il 100% rispetto a oggi).
3 - Sostegno a tutte le forme possibili per favorire l’uso della mobilità ciclistica.
Con un’attenzione fondamentale: MAI a scapito del trasporto pubblico di massa.
Un esempio negativo in tal senso è la configurazione di viale Tunisia dopo la costruzione delle piste ciclabili che, restringendo la strada, hanno reso vana la corsia preferenziale del tram (la soluzione sarebbe molto semplice, basterebbe proteggere la corsia del tram posando un cordolo in terra, ma non è mai stata adottata).
Un’altra recentissima e inefficiente non-soluzione è quella adottata in viale Monza, che per preservare la quantità di posteggi cancellati per far spazio alla pista ciclabile vengono spostati in viale Padova, obbligando un autobus, la 56, a cambiare percorso deviandolo sulla trafficatissima via Andrea Costa.
Lo spazio per la mobilità ciclabile lo si deve ricavare sottraendolo da quello della mobilità delle auto, MAI da quello del trasporto pubblico!
4 - Cospicui aumenti alle risorse economiche investite nel trasporto pubblico, con particolare attenzione al settore ferrotranviario, recuperandole dalle enormi spese ora destinate a strade e autostrade.
Anche in una situazione come questa data dalla pandemia da Covid19 si può rispondere alle necessità dei cittadini con scelte funzionali .
Adesso le Regioni chiedono al governo di “Allentare il distanziamento sui bus” perché se no "il sistema non regge". Che è un po' come far magicamente diventare potabile l'acqua alzando la soglia consentita per legge degli inquinanti velenosi.
Insomma, a vedere questa situazione non ci pare il caso di essere troppo ottimisti e fiduciosi nelle nostre Istituzioni…
A Milano il Comune dice di essere preparato e sbandiera la creazione di alcuni chilometri di piste ciclabili (a cui noi siamo certamente favorevoli, anche se abbiamo qualche riserva sulle modalità con cui sono state realizzate).
Ma basta?
Secondo noi assolutamente no.
Ma basta?
Secondo noi assolutamente no.
Non c’è bisogno di essere degli esperti per capire che la ripresa del tradizionale traffico automobilistico (per giunta maggiorato da chi non utilizza più il traposto pubblico per timore di contagio), e la pretesa di affrontare il problema con qualche km di piste ciclabili e nessun provvedimento per aumentare la capacità del trasporto pubblico, aumentandone velocità, frequenza e puntualità, è destinata a fallire miseramente.
Così rischiamo di andare incontro a un intasamento da traffico che penalizzerà ancora di più le già ridotte capacità di tram e bus, e che causerà un peggioramento della già velenosa qualità dell’aria di Milano (fra le più pericolose d’Europa).
Ecco secondo noi, e a tanti altri esperti di mobilità, il minimo che bisognerebbe fare per non andare incontro a un aumento dell'inquinamento e per dare a tutti la possibilità di muoversi:
1 - ridurre le auto in circolazione per contenere l'inquinamento e il traffico.
Istituendo la circolazione a targhe alterne nei giorni feriali con l'obbiettivo di dimezzare la quantità di auto in circolazione. Derogando solo per comprovate necessità (per esempio di persone con difficoltà a muoversi, medici in soccorso d'urgenza e simili).
2 - aumento della velocità commerciale, frequenza e puntualità dei mezzi pubblici in superficie.
Il modo per raggiungere questo obbiettivo lo abbiamo spiegato in molti dei nostri articoli, ed è riassunto sinteticamente nel -> primo post in home page di questo sito (semafori asserviti, corsie protette, e poco altro. In questo modo l'aumento di frequenza e velocità può raggiungere in alcuni casi anche il 100% rispetto a oggi).
3 - Sostegno a tutte le forme possibili per favorire l’uso della mobilità ciclistica.
Con un’attenzione fondamentale: MAI a scapito del trasporto pubblico di massa.
Un esempio negativo in tal senso è la configurazione di viale Tunisia dopo la costruzione delle piste ciclabili che, restringendo la strada, hanno reso vana la corsia preferenziale del tram (la soluzione sarebbe molto semplice, basterebbe proteggere la corsia del tram posando un cordolo in terra, ma non è mai stata adottata).
Un’altra recentissima e inefficiente non-soluzione è quella adottata in viale Monza, che per preservare la quantità di posteggi cancellati per far spazio alla pista ciclabile vengono spostati in viale Padova, obbligando un autobus, la 56, a cambiare percorso deviandolo sulla trafficatissima via Andrea Costa.
Lo spazio per la mobilità ciclabile lo si deve ricavare sottraendolo da quello della mobilità delle auto, MAI da quello del trasporto pubblico!
4 - Cospicui aumenti alle risorse economiche investite nel trasporto pubblico, con particolare attenzione al settore ferrotranviario, recuperandole dalle enormi spese ora destinate a strade e autostrade.
Anche in una situazione come questa data dalla pandemia da Covid19 si può rispondere alle necessità dei cittadini con scelte funzionali .
Ma ci vuole la volontà politica e la lungimiranza di scelte radicali.
Se vogliamo salvare il pianeta e la nostra salute bisogna mettersi in testa che le città non possono più essere dominate dalle auto.
Se non saranno questi amministratori a capirlo, o a volerlo fare, bisognerà costringerli con una forte pressione sociale dal basso.
Milano, 30.8.20