BRT a Paullo?


 Lo scorso 3 ottobre Sinistra, ecologia e libertà del sud-ovest milanese ha presentato, in un convegno, un progetto “alternativo” al prolungamento sino a Paullo della linea 3 della metropolitana di Milano.

Facciamo un passo indietro: un primo studio per portare la linea gialla del metrò nel paullese fu elaborato da Metropolitana milanese nel 2006. La Corte dei conti, però, con delibera del 5 agosto 2008, bocciò l'ideazione dell'opera. I giudici contabili facevano proprio il parere della Commissione Metropolitane, secondo la quale il progetto preliminare doveva “essere rielaborato a livello di sistema e di soluzioni tecniche in modo tale da consentire una sostanziale riduzione del costo di costruzione, nonché del costo di gestione dell’esercizio”. (1)

Secondo i tecnici, infatti, i costi di costruzione risultavano “esorbitanti rispetto alla conurbazione servita sia per quanto riguarda l’infrastruttura prevista per una buona parte per interrato sia per quanto riguarda la tecnologia di sistema che necessariamente deve uniformarsi alle linee in esercizio”.

In poche parole, non valeva la spesa di costruire una metropolitana completamente interrata in un'area non così densamente popolata da generare una grande domanda di mobilità.
L'anno successivo Metropolitana milanese elaborò un nuovo progetto (2), cercando di contenere i costi di realizzazione, stimati ora in 750 milioni di euro. Ma il Cipe, poche settimane fa, ha bocciato anche tale nuovo studio, ritenendo poco solidi i conti economici del piano. (3)

Il coniglio nel cilindro di Sel

Torniamo dunque al convegno di Sel, che vedeva ben 22 invitati nel ruolo di oratori: roba grossa, verrebbe da dire. Qual è il coniglio nel cilindro che permetterebbe, secondo i promotori, di realizzare una metropolitana spendendo un decimo di quanto previsto per il prolungamento della linea gialla?
Risposta: un metrobus.
Cos'è un metrobus? Il nome non significa niente, ha il solo scopo di incorporare l'accattivante parola “metro”, ma il progetto presentato è quello di un sistema di bus rapid transit (BRT).

I BRT sono sistemi di trasporto pubblico che utilizzano l'autobus (o più raramente il filobus) come veicolo e che sono caratterizzati da elevatissime frequenze, percorsi in gran parte o totalmente protetti dal traffico privato e fermate particolarmente ben attrezzate di servizi per l'utenza.

I BRT si sono sviluppati in paesi, specialmente in Sudamerica e in Asia, le cui città hanno conosciuto un rapido sviluppo con enorme aumento della popolazione, non compatibile con l'immediata realizzazione di ferrovie metropolitane. I BRT, peraltro, sono particolarmente adatti a nazioni nelle quali il costo del lavoro rimane a un livello basso, poiché per garantire le elevate frequenze necessarie occorrono numerosissimi mezzi e conducenti. (4)

Un BRT in affiancamento alla Paullese

Il progetto presentato da Sinistra, ecologia e libertà prevede la realizzazione di un sistema bus rapid transit in sede interamente protetta in affiancamento alla strada provinciale ex SS 415 Paullese, con origine dalla fermata San Donato della metropolitana di Milano. Il costo stimato di realizzazione è di 100-150 milioni, nettamente inferiore a quello di 750 milioni per il prolungamento della linea 3 della metropolitana.
La proposta di Sel, che si è avvalsa dell'ingegner Andrea Debernardi, stimato pianificatore dei trasporti, sembra dunque coniugare l'esigenza di contenimento dei costi con quella di offrire un servizio di trasporto pubblico rapido e di grande capacità.
Tuttavia, ci sia consentita qualche perplessità.
In primo luogo, non si può sottacere che la strada Paullese è stata oggetto, negli ultimi, anni di lavori di riqualificazione e raddoppio, costati svariate decine di milioni di euro. Sarebbe stato decisamente più razionale prevedere l'inserimento di una sede riservata al trasporto pubblico, se questa era l'intenzione, nell'ambito della progettazione e realizzazione di detti lavori.
Prevedere oggi la realizzazione di un'opera completamente nuova comporta difficoltà e costi notevolmente aumentati.

Il problema dei costi di esercizio

C'è un secondo tema sul quale la proposta di Sinistra, ecologia e libertà sembra sorvolare: quali sarebbero i costi di esercizio del sistema bus rapid transit, che dovrebbe essere caratterizzato, in analogia alle esperienze già note, da elevate frequenze delle corse?
I comuni che si trovano ai margini della Paullese (Mediglia, Tribiano, Paullo, Caleppio, Zelo Buon Persico) sono oggi serviti da autolinee parte di competenza della Provincia di Cremona, parte di competenza della Città metropolitana di Milano.
Orbene, le province lombarde poche settimane fa hanno lanciato un grido di allarme: strangolate, come sono, dal prelievo forzoso di risorse imposto dal governo Renzi, a partire dal 2016 si vedranno costrette a tagliare i servizi di trasporto pubblico locale in misura mediamente del 18% (ma con punte sino al 29% per gli enti che avevano un più alto di livello di finanziamento dei servizi con risorse proprie). Non risulta, sinora, che Regione Lombardia, ente a cui spetta in via principale il finanziamento del tpl, abbia dato alcuna risposta concreta.
E' allora legittimo chiedersi: ha senso proporre la realizzazione di nuove infrastrutture, quando non si è nemmeno in grado di garantire il mantenimento degli attuali livelli di servizio (già non eccelsi) da qui a breve tempo? S'intende realizzare una sede per un bus rapid transit, per poi rischiare di farvi transitare una corsa ogni mezz'ora?

Un progetto non poi così economico

A ben guardare, anche sul fronte dei costi di costruzione, la proposta Sel-Debernardi suscita alcuni dubbi. Lo studio preliminare, infatti, prevede la realizzazione di tratti della sede del Brt in trincea, in taluni casi coperta, anche per non avere attraversamenti a raso con la viabilità esistente (dovendosi altrimenti demolire tutti gli svincoli della Paullese realizzati in occasione dei recenti lavori di raddoppio).
Ma vi è di più. Secondo i proponenti, l'infrastruttura, che da San Donato dovrebbe arrivare a Zelo Buon Persico, sarebbe realizzata in maniera tale da essere combatibile con un futuro di sistema di trasporto pubblico su ferro.
Senza forzare la proposta, sembra che l'intenzione sia quella di realizzare il “guscio” della compianta linea metropolitana, omettendo l'armamento e gli impianti, per poi farvi circolare all'interno degli autobus. In attesa di tempi migliori.
Ma se è così, ci si permetta di osservare che il progetto di Metropolitana milanese del 2009 (la versione più economica), nell'ambito dei costi totali pari a 750 milioni di euro, prevedeva una spesa di 30 milioni per l'armamento, 105 milioni per gli impianti e 57 milioni per l'acquisto dei treni. Sottraendo queste cifre al totale, si ottiene un costo di 558 milioni, ben lontano dai 100-150 milioni ipotizzati da Sel-Debernardi. Probabilmente, qualche altra economia di spesa è possibile, ma le due cifre paiono comunque difficilmente conciliabili.
Si consideri che recenti realizzazioni di sistemi BRT in Francia (o meglio, di bus à haut niveau de service – BHNS, come sono lì chiamati per anglofobia) hanno visto un costo pari a 18 milioni di euro/km. Adottando tale parametro, per i 15 chilometri che separano Zelo Buon Persico dalla stazione della metropolitana di San Donato, si avrebbe una spesa di 270 milioni. Con la differenza che Oltralpe non si aveva la pretesa di realizzare l'opera con “raggi di curvatura e pendenze compatibili con un sistema su ferro”, come recita il volantino di presentazione della proposta di Sel.

Quale tipo di rete?

Sarebbe poi da comprendere se un'infrastruttura così strutturata sia compatibile con la possibilità per gli autobus che la percorreranno di immettersi in essa ed uscirne agevolmente. E' evidente che la Paullese (a fianco della quale correrebbe il BRT) si snoda a distanza dai centri abitati e dunque, attualmente, le autolinee che la percorrono si ramificano poi lungo le strade provinciali e comunali per garantire un'adeguata capillarità dei punti di fermata.
L'alternativa a tale assetto sarebbe quella di prevedere che il servizio BRT, da svolgersi solo sull'asse principale costituito dalla Paullese, sia accompagnato da una rete di linee di adduzione. Ma ciò implica, oltre a un'accurata progettazione dei luoghi di interscambio, che a maggior ragione le frequenze del servizio BRT dovrebbero essere elevate, affinché la rottura di carico tra autolinea locale e BRT non si traduca in un allungamento del tempo di viaggio. Con un aggravamento del già visto problema dei costi di esercizio.

(2) Gli elaborati sono pubblicati qui: http://www.prolungalametro.it/progetto.php
(4) Per un'esaustiva panoramica dei sistemi BRT: http://www.chinabrt.org/defaulten.aspx


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