Se poi si tratta di veri e propri scioperi di protesta, come quello di questi giorni dei tranvieri milanesi, allora il fastidio per qualche ora di disagio diventa collera.
Bene, vorremmo ricordare ancora una volta che la situazione è molto più seria di come viene presentata dai media, e che a fronte di questa situazione le misure necessarie da prendere non hanno quasi niente a che vedere con quelle che sbandierano governi più o meno "Sensibili" al tema.
Le misure che vengono prospettate dalle Istituzioni non sono neanche lontanamente sufficienti a, non diciamo risolvere, ma neanche a contrastare il baratro che ci attende.
Nello specifico di Milano, e del trasporto pubblico di cui ci occupiamo, vorremmo segnalare un dato:
i trasporti sono la causa del 20% del consumo globale di energia, e il 40% di questa fetta è dovuto al solo traffico cittadino.
Questo significa che costruire una nuova metrò, o comprare dei nuovi autobus elettrici, non è minimamente sufficiente, è necessaria una vera e propria rivoluzione della mobilità cittadina!
La auto private devono, non per dogma religioso ma per necessità inevitabile, diminuire considerevolmente dalle nostre strade. Ma molto considerevolmente.
Per poter fare questo non si può pensare soltanto al divieto di circolazione, è necessario fare quello che diciamo da sempre: rendere tutta la rete dei mezzi pubblici molto più veloce, puntuale ed efficiente di adesso!
Bisogna cambiare completamente la mentalità in questi termini e fare del potenziamento e della rivoluzione dei mezzi pubblici il tema ecologico centrale per la città.
Il prezzo da pagare a non farlo sarà continuare ad avere una incidenza di morti per inquinamento altissima, e ritrovarci entro tempi relativamente brevi a non riuscire più a gestire la situazione.
Venerdì 29 novembre invitiamo tutti a partecipare alla giornata per il clima, a sostenere lo sciopero su questi temi dei lavoratori Atm del giorno prima, e ad alzare la voce affinchè il Comune di Milano e la Regione Lombardia smettano di giocherellare sulla nostra pelle, e si mettano all'ascolto e al servizio dei cittadini per una vera politica ecologica.
Italia prima in Europa per le morti da polveri sottili
L'allarme su Lancet: è emergenza salute per lo smog e il clima che cambia. Nel nostro paese solo nel 2016 le vittime sono state 45.600, un danno economico 20 milioni di euro. In pericolo è soprattutto la salute dei bambini e dei neonati (più esposti perché hanno sistemi immunitario e respiratorio ancora non del tutto sviluppati), con impatto a lungo termine
14 novembre 2019
Il clima che cambia è una delle più grandi minacce per la salute dell'umanità. A determinare questo stato di cose sono in buona parte le emissioni di CO2, quindi dall'inquinamento che fa già le sue vittime in maniera diretta, e l'Italia su questo fronte è drammaticamente in prima fila: è prima in Europa (e 11esima nel mondo) per morti premature da esposizione alle polveri sottili PM2.5. È questo l'allarme lanciato sulla rivista The Lancet nel report Countdown on Health and Climate Change sull'impatto dei cambiamenti climatici sulla salute. "Solo nel 2016 - spiega all'Ansa uno degli autori del report, Marina Romanello della University College di Londra - nel nostro Paese sono stati ben 45.600 i decessi in età precoce, con una perdita economica di oltre 20 milioni di euro, la peggiore in Europa".
Misurazioni della concentrazione di biossido di azoto in Europa. Raccolte dal satellite Copernicus Sentinel-5P. Fonte ESA (European Space Agency) |
Ad esempio il cambiamento climatico rende sempre più plausibile l'arrivo in paesi come il nostro di nuove malattie infettive come la febbre Dengue: in Italia, sottolinea Romanello, "la probabilità che una zanzara vettore trasmetta l'infezione a partire da un individuo infetto è raddoppiata dal 1980 e a farne le spese potrebbero essere in primis i più piccoli. E non solo Dengue; anche il colera fa più paura nel mondo, aumentando, via via che salgono le temperature, la possibilità di epidemie anche in paesi normalmente non interessati dall'infezione".
E ancora, il clima arroventato ha già causato molte vittime attraverso le ondate di calore che aumentano il rischio di ictus e problemi renali gravi nelle persone vulnerabili, tipicamente gli anziani. Basti pensare che solo per l'Italia si sono contati ben 9,3 milioni di casi in più di over-65 esposti a ondate di calore nel 2017 rispetto al 2000, rileva Romanello. Il dato mondiale riportato su Lancet indica per il 2018 un record di 220 milioni di over-65 esposti a ondate di calore in più rispetto al 2000, con gli anziani che vivono in Europa e Mediterraneo orientale tra quelli più a rischio. Le ondate di calore estremo causano anche povertà, riducendo le ore di lavoro: si stimano in 45 miliardi le ore di lavoro perse in più nel 2018 rispetto al 2000 (1,7 milioni le ore perse in più in Italia, soprattutto nel settore agricolo).
I problemi climatici causano poi malnutrizione, perché minacciano i raccolti: solo in Italia il potenziale di raccolto si è ridotto per tutte le coltivazioni alimentari di base (dagli anni '60 quello del mais si è ridotto del 10,2%, quello del grano invernale del 5%, della soia del 7%, del riso del 5%). È dunque cruciale rispettare l'accordo di Parigi sul clima: solo così un bambino nato oggi, concludono i ricercatori, potrà festeggiare il suo 31esimo compleanno in un mondo a emissioni zero e le prossime generazioni potranno avere un futuro più sano e sicuro.
(articolo originale)
Milano, 27.11.19